Germania 2019

 

Anche quest'anno è arrivato il tempo per la consueta gita in Germania. Pare che quest'anno la Fiera di Friedrichshafen sia arrivata all'ultima edizione. Invece l'ultima sarà la prossima, pare per un accordo in scadenza con la DARC.  Abbiamo come al solito programmato la nostra consueta gita che prevede oltre alla Fiera un giro turistico. Partenza giovedì mattina presto per Pruno (BZ), dove per le 10,30 abbiamo potuto usufruire della visita guidata del Castel Tasso. Visita molto interessante in quanto si tratta di un castello medioevale rimasto intatto e mai conquistato nonostante vari assedi. Assieme al Castel Pietra ha assicurato la pace nella valle, transito strategico del passaggio delle merci.

Come sempre ci fermiamo ad una stazione di servizio in Austria per il bollino autostradale e un piccolo spuntino. Dopo proseguiamo per Rottenbuch (ca. 148 km), per la visita alla locale Abbazia.

La tappa successiva è stata Kempten sulla strada verso Lindau, meta finale della prima parte del viaggio. Abbiamo visitato l'abbazia di Kempten, ma non eravamo mai stati in città, questa è stata la volta buona, anche per la visita della cattedrale.

 

Arriviamo a Lindau prima delle diciotto. Bernard F5TO ci aspetta sulla porta. La moglie Lidya non si smentisce e comincia a parlare in francese, come se noi fossimo in grado di capire parlando così velocemente, il buon Bernard le raccomanda, slow, slow. Molto difficile fare conversazione, ma dopo un po' ci si fa l'abitudine e qualcosa riusciamo a capire. Ci sono cinque auto replica della Cobra di fronte all'albergo. Faccio conoscenza di Kurt proprietario di quella li dietro, ha un motore sette litri, otto cilindri, un mostro. Ci fumiamo un toscano assieme. Lui è un americano dell'Ohio ma vive a Costanza è qui per un raduno di centoventi auto Cobra che si svolgerà in un paese vicino.

Nel frattempo arriva anche Piero I2RTF con la figlia Paola e l'amico Pasquale I2IRH. L'amico Belleri IK2AZJ è inc....to a bestia. Gli hanno fatto rifornimento, invece del diesel gli hanno messo la benzina. Ha fatto pochi metri e l'auto si è fermata con un sobbalzo del motore. Trainata con il carro attrezzi presso l'officina Mitsubishi, l'indomani gli diranno se possono fare qualcosa. Facciamo un bell'aperitivo con vino locale e patatine acquistate in precedenza sulla terrazza dell'Hotel. Siamo in nove ed ho provveduto a prenotare per le venti presso il ristorante Ziegler. Si trova a tre chilometri dall'albergo, uno dei pochi ristoranti con la tovaglia, pulito e con un buon servizio, il cameriere croato è  simpatico e disponibile.

Ci ritiriamo domani mattina ci aspetta la fiera. Ore otto colazione e alle nove in punto siamo in Fiera.

Oliver Tabakovski Z32TO viene a trovarci allo stand, è un membro della commissione esecutiva della IARU. Essendo stato Chairman dell'HST è sempre legato a questo gruppo di lavoro. Faremo una riunione con lo scopo di capire come incrementare i concorrenti per i campionati mondiali HST. Vado a prenotare la sala e per le tredici è libera.  Nel frattempo arrivano amici da tutte le parti del mondo per visitare lo stand. Ci sono svariati tasti Begali in mostra. Chi ha intenzione di ordinare un tasto via Internet, per l'occasione avrà un coupon per la spedizione gratuita. Di fronte abbiamo lo stand del gruppo HST svizzero HB9ON, dove si può provare i vari modi della competizione dei campionati mondiali. Arriva anche Benvenuto Sofia I8QFK e si mette subito alla tastiera.

Alle dodici telefona Roberto Belleri IK2AZJ la Mitsubishi non ha tempo per visionare la sua auto, di fronte è riuscito a trovare un officina che forse gli rimette a posto l'auto, se non ci sono danni gravi. Mi metto in auto per andare a prenderlo, almeno potrà fare mezza giornata in fiera. Il traffico è intenso e sono in ritardo per la riunione. Finalmente alle tredici e dieci sono in Fiera e possiamo iniziare la riunione. Sono presenti : Z32TO Oliver Tabakovski,  I2RTF  Piero Begali, IK0XCB Claudio Tata, LZ1US Danev Panayot, IK2UIQ Fabrizio Fabi, IU0LJD Ernesto Pianella. Prende la parola Piero I2RTF e illustra il motivo della riunione. Sono sempre un centinaio i concorrenti dei campionati HST, la volontà è quella di poterne incrementarne il numero.  Nelle mie precedenti partecipazioni ai campionati, nei miei report, ho sempre cercato di rimarcare che questi eventi sono un divertimento prima di tutto. Oliver Z32TO rimarca il fatto della partecipazione della Mongolia. Nell'ultimo campionato sono andati a premio, basta un minimo impegno e tutto è possibile. Nell'ultimo  campionato ad Astana, dopo la gara si sono ritrovati tutti assieme per un brindisi collettivo ed è stata una grande festa. I costi sono relativamente bassi e i cinque giorni si vivono in allegria. Servono circa tre quattro mesi per la preparazione ad un mondiale e chi volesse su Facebook c'è un gruppo che si occupa della crescita di quelli che vogliono progredire per poter gareggiare, si chiama "HST Italy, Morse Competition, ma anche no". Si valuta anche la possibilità di fare un campionato HST in Italia, serve una grossa organizzazione. Nel mio piccolo con tre o quattro amici a marzo organizzo sempre un Challenge HST che attira sempre telegrafisti esperti. L'impegno per l'organizzazione è a mio carico  con dispendio di energie. Quest'anno cercherò di portare anche una prova di trasmissione, chissà se convincerò qualcuno a venire al prossimo campionato HST. Dopo vari interventi tecnici di Oliver, concludiamo la riunione con un motto per l'HST: fun, fun, fun molto fun, l'HST deve essere un divertimento.

Nel pomeriggio passo a salutare Hans PB2T, segretario della IARU Regione 1, oramai ci conosciamo da tanti anni e gli ha fatto piacere sapere che sono stato coinvolto nel gruppo HST. Mi augura buon lavoro. Finalmente posso cominciare a fare un giro per la fiera, si incontra sempre degli amici. Dopo un breve spuntino dagli amici di San Daniele, l'immancabile fumatina di quelli del sigaro.

La giornata scorre piacevole, abbiamo anche occasione di festeggiare con una bella birra fresca la telefonata dell'officina che mi comunica che l'auto di Roberto IK2AZJ è pronta (ho fatto da intermediario per la lingua). L'auto è stata messa in moto, provata nel cortile, ma non possono garantire eventuali danni al motore. Oramai è tardi, accompagnerò Roberto domani mattina all'officina a riprenderla. Intanto ci gustiamo la birra, ogni occasione è buona. Alla chiusura ci avviamo verso l'albergo, prima uno stop ad un supermercato per acquistare il pepe, in Germania è molto più buono. Stasera cena in riva al lago presso Kressbronn con gli amici svizzeri, Yvonne ha dovuto avere una pazienza non indifferente per accontentare tutti, questa volta me la sono scansata.

Il sabato lasciamo lo stand in mano a Franco HB9EDG, Pasquale I2IRH, Piero I2RTF e la figlia Paola mentre noi ci avviamo verso il castello di Hohenzollern, che l'anno passato non eravamo riusciti a visitare. Dopo un ora e trenta siamo nel piazzale del parcheggio, un pulmino ci porterà in vetta al castello. Il tempo non è dei migliori, un po' d'acqua non fa male.

Riusciamo ad usufruire anche di una guida in inglese, comunque nelle varie sale del castello delle pagine plastificate in italiano, parlano della storia del castello e della funzione delle varie sale. Come si avvicina l'ora di pranzo, lo stomaco comincia a brontolare. Anche nel castello riusciamo a usufruire di uno spuntino frugale. La birra prussiana è d'obbligo.

L'acqua non ci da tregua, dobbiamo attendere un pò prima di poter prendere l'auto dal parcheggio. In un momento in cui la pioggia rallenta riusciamo a partire senza bagnarsi troppo. Sulla via del ritorno, fermata a Rottweiler, la città dei cani omonimi.

La sera siamo di nuovo a cena a Oberreitnau da Ziegler. Bernard mi ringrazia con la QSL per l'assistenza che gli abbiamo dato.

La domenica mattina salutiamo gli amici a colazione e ci dirigiamo verso Heidelberg. Lungo il tragitto ci fermiamo a Maulbronn, complesso monasteriale. Senza volerlo ci troviamo nel bel mezzo della festa locale, che evoca i tempi medioevali. Cavalieri dell'epoca, prigionieri in catene e dispositivi per le torture, non mancano gli stand gastronomici che ricordano i tempi antichi, con bracieri a mezz'aria legati alle catene dove arrostiscono ogni ben di dio.

Dopo un ricco spuntino e due belle birre, facciamo il giro dentro le mura del complesso, odore di barbecue viene da tutte le parti. C'è pure un tiro a segno, per beneficienza, con cinque euro posso fare sei colpi. Quattro vanno a segno e mi offrono quattro rose rosse finte. L'addetto al gioco è un radioamatore che da il suo aiuto, ha visto la mia radio appesa al collo e mi chiede se sono un OM. Certo rispondo, ci scambiamo i convenevoli, lui è DJ9YG, almeno mi sembra di aver capito. Dopo aver  assistito al tiro alla fune, con quattro squadre in contemporanea, ci avviamo verso la nostra prossima meta.

Dopo un ora siamo a Heidelberg, prendiamo possesso delle camere e ci avviamo in città con il bus. Avevo visto un locale dove si mangia bene in base alle recensioni, purtroppo è al completo ci invitano a passare più tardi. Ripieghiamo per un altro locale, anche questo con buone recensioni. Non ci sono tavoli all'aperto, ma l'aria fresca ci consente di stare bene anche all'interno.

 

La birra qui è troppo buona, la fanno loro, stasera sono in autobus, ne approfitto, per una di più. Si rientra in hotel e prima di ritirarci ne approfittiamo per l'ultima birra della giornata, al fresco davanti all'hotel. Domani visita al castello. Dopo una ricca colazione ci avviamo per il castello, prendiamo il solito autobus per il centro. Questa volta la mia abilità per trovare i luoghi va a farsi benedire. Facciamo un giro largo e le invettive della mia signora le sento ancora adesso. In compenso un arietta fresca ci accompagna per i quattro chilometri a piedi per arrivare al Castello dalla parte di sopra della collina, quando invece era appena a duecento metri l'ingresso da dove eravamo scesi con il bus. Chi lo ha visitato capisce.

Arrivando dall'alto si gode un bel panorama e ci siamo evitati la ripida salita entrando dalla parte principale. Ci aspetta la botte più grande del mondo.

 

Dopo la visita al castello e un breve spuntino, visto che abbiamo tempo, decidiamo di andare a Francoforte, distante pochi chilometri. In meno di un ora siamo a Francoforte, parcheggiamo nei pressi della Cattedrale e facciamo un giro per il centro.

Dopo una bella passeggiata per il centro decidiamo di andare a bere un bel bicchiere di vino di mele, detto anche sidro o Apfelwein in tedesco, nel quartiere di Sachsenhausen, sull'altra sponda del Meno.

A me è piaciuto, meno alla mia signora.

Rientriamo ad Heidelberg e dopo aver parcheggiato l'auto, ci rechiamo di nuovo in città con il bus. Il periodo per me non era il migliore, faccio una valutazione sbagliata e con il bus facciamo un giro di vari chilometri per non voler scendere al solito posto. Avevo notato che il capolinea era nella piazza principale e ho pensato che avremmo potuto scendere più vicino al ristorante, restando sopra, solo che il bus ha fatto un giro di una diecina di chilometri prima di ritornare in piazza. Tutto sommato però, ritardare più di un quarto d'ora l'arrivo in città, ci ha fatto trovare il ristorante con il tavolo libero. Il ristorante si chiama Schnitzelbank, un po' dark, ma oste simpatico, location particolare. Molto piccolo si mangia tutti allo stesso tavolo. Noi arrivati in ritardo, abbiamo un tavolo, che doveva essere un banco da falegname tutto per noi. Cibo nella media, tedesco, pare sempre essere tutto uguale.

Sulla parete del bar molte banconote di moneta corrente, ne approfitto per lasciargli anche i miei dieci Lei che avevo nel portafoglio da molto tempo, l'oste gradisce. Dopo aver bevuto qualche birra in più e saziato lo stomaco rientriamo in hotel, ormai il giro è arrivato al termine. La mattina successiva partiamo di buon ora per riuscire ad arrivare a Bolzano per visitare OTZI al museo archeologico. Siamo arrivati in tempo per le 18, ma non ci hanno fatto entrare, per cui quello che scrivono in internet non è vero. Consigliamo di arrivare almeno alle 17,30 hanno perso quattro clienti, spero che il suo direttore lo sappia. Forse non c'era più nessuno dentro e aspettarci per l'ora di chiusura, dato il caldo, non gli avrebbe fatto piacere. Non credo che sia una buona pubblicità, ma tanto li pagano lo stesso.

Ciao Bolzano, anche a non rivederci.