Gita in Alsazia e Colonia

 

Agosto 2013

 

Quest’anno ho deciso di scrivere prima il programma della gita, preparato dalla Tour-Operator Bicocchi Anna. Prima della partenza ci siamo documentati su cosa andremo a visitare ed è stato stilato un programma di base. Mi occuperò della logistica, pertanto mi sono fatto carico della prenotazione degli alberghi. In base al programma ho fatto le prenotazioni e stampato appunti importanti per non perdere nessun aspetto di questa regione.  Come al solito la gita si presenta impegnativa, ma oramai siamo collaudati e ce la faremo.  

 

Qui adesso comincia il report, il programma ceh avevamo previsto per questa gita lo troverete dopo la descrizione della gita, con quello che siamo poi riusciti a vedere.

 

Partenza di buon ora e prima meta Friburgo in Brisgovia. Beppe si prende l'onere della guida, deve pareggiare i miei tremila km fatti con la mia auto per la gita a Berlino, qui trovate l'articolo: http://www.fabinet.it/friedrichshafen_2013.htm. I chilometri da Brescia per raggiungere Friburgo in Brisgovia sono circa cinquecento. Si attraversa la Svizzera e si deve pagare il bollino per l'autostrada, sono 35 euro. Dopo il Gottardo si arriva quasi subito in Germania dove si trovano molte aree per il picnic e ne approfittiamo per fare uno spuntino.

 

 

Dopo aver parcheggiato il pulmino ci avviamo verso il centro, visitiamo il vecchio e nuovo comune "Rathaus" e la Cattedrale dove di fianco c'è una vecchia casa rossa molto bella.

 

Dopo una sosta di un oretta ci dirigiamo verso Neuf Brisach. Città particolare, con forma ottagonale e grandi fortificazioni.

 

 

Sopra una foto da internet, le seguenti le mie:

 

 

Facciamo una sosta in patisserie nella piazza principale, c'è chi beve un caffè (mah), chi come me e la mia signora, beve il primo calice di vino dell'Alsazia, un buon Pinot Gris, qualche cioccolatino addolcisce il pomeriggio. Si riparte per Eguisheim, piccolo paesino che vive di turismo e vino. Abbiamo fortuna perché è in corso la Festa del Vino. Non ci lasciamo sfuggire l'occasione per assaggiare un bel Riesling, mi porto via anche il bicchiere per ricordo, anche se dell'anno precedente.

 

Colmar è vicina e in pochi minuti siamo in albergo. Prendiamo possesso delle camere e decidiamo di mangiare a Turckheim paesino poco distante.  L'albergatore ci consiglia un paio di ristoranti, il primo non ha più posto, il secondo ci accoglie senza problemi: lo Stammtisch. Cena ottima e ambiente carino, ordino assieme a Piero la baeckaoffa, piatto delizioso (agnello, maiale e manzo cotti in forno con patate e cepola).

Il letto ci attende, la giornata è stata lunga e l'indomani ci aspetta la città di Colmar. Risveglio mattutino e dopo colazione alle nove siamo a Colmar. La città è ancora addormentata e poche persone in giro. Visita della chiesa francescana, dopo di ché abbiamo il tempo di fare il giro turistico con il trenino e quindi visita della collegiata di St. Martin che alle nove non era ancora aperta.

 

 

Cliccare su una foto per ingrandirla

 

 

Si lascia Colmar per raggiungere Turckheim la cittadina dove abbiamo cenato la sera precedente. La cittadina è carina e la visita è breve in quanto non c'è molto da vedere. Ma sufficiente per fare una foto ricordo spiritosa.

 

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Lasciamo Turckheim per Kaysersberg per la visita del paese e la chiesa principale ed un ottima bevuta di Gewurztraminer.

 

Lasciamo Kaysersberg per Riquevir, dopo una breve passeggiata per la cittadina ci fermiamo presso una cantina per acquistare un pò di vino. Paesino caratteristico con le sue case colorate a graticcio.

La prossima meta sarà le Jardin Des Papillons sulla strada per Ribeauville. Durante questi vari spostamenti si rimane colpiti dai  grandi appezzamenti di terra coltivati a vite. Visitiamo questo paradiso delle farfalle e poi  la giornata si chiuderà in quest'ultimo paese.

Rientriamo a Colmar e ceniamo in città allo Schwendi, ristorante affollato con piatti tipici alsaziani. Io prendo il Bibalakas un piatto a base di formaggi e patate stufate, non male, ma c'è di meglio. Rientro in albergo. Al mattino pronti alle otto e mezza, caricate le valigie ci dirigiamo verso il castello Haut Koenigsbourg nei pressi di Selestat.

Dopo la visita del castello ci aspetta a Selestat le chiese di St. George e St. Foies. C'è il mercato e dobbiamo posteggiare un po' lontano. Dopo la visita delle due chiese, niente di particolare, ci avviamo verso Ebermunster per la visita dell'abbazia di St. Maurizio.

L'abbazia ricalca un po' tutte quelle di quel periodo con stucchi e in stile barocco, come il santuario di Wies oppure la chiesa di Birnau in Germania. Dopo un ricco spuntino nei pressi dell'abbazia riprendiamo la strada per Strasburgo. Visitiamo la città di Obernai, dopo si sale fino al monastero di St. Odile a Ottrot a ottocento metri. Si ridiscende a Rosenheim e visitiamo l'abbazia di San Pietro e Paolo.

La giornata è stata pesante e raggiungiamo l'hotel a Strasburgo. Ci facciamo consigliare un ristorante dall'albergatore e ceniamo li vicino al "Les Bons Amis" non male. La mattina successiva visitiamo per prima la piccola Francia un rione caratteristico di Strasburgo poi ci dirigiamo verso il rione dei conciatori e prima di visitare la cattedrale ci concediamo uno spuntino nei pressi del canale dove passano i battelli turistici.

Dopo la visita alla Cattedrale decidiamo di dedicare il pomeriggio a Baden-Baden. Sconfiniamo di nuovo in Germania e facciamo una bella passeggiata in questa cittadina termale. Anche qui abbiamo la fortuna di capitare nella festa di fine estate.

Dopo un aperitivo al Kurhall dove si svolgeva la manifestazione con il pallone aerostatico rientriamo a Strasburgo e andiamo a cena al Ristorante della Vecchia Dogana nei pressi della piccola Francia, individuato prima della partenza con un cameriere informatissimo sulle vicende italiane sia politiche che calcistiche. Questa l'occasione per provare la Couchecroute. Domani ci aspetta Magonza sulla strada per Colonia destinazione della sera.

Partenza alle otto e trenta dopo una abbondante colazione. Alle dieci  siamo a Magonza (Mainz). Visita del Duomo e passeggiata per la città, spuntino nella Gutenberg Platz.

Riprendiamo la strada per Colonia, il TomTom con il ricevitore RDS ci informa che se cambiamo strada risparmiamo quasi due ore di viaggio. Nel pomeriggio arriviamo a Colonia e fatto il check-in in albergo lasciamo il pulmino e ci dirigiamo in città con il treno, una metropolitana di superficie. In venti minuti siamo in città e raggiungiamo la cattedrale, maestosa. Facciamo il giro delle fontane monumentali e troviamo l'ora per la cena. Documentatomi con tripadvisor ceniamo al Fruh Hof dietro il Duomo. La birra viene servita in bicchieri da venti centilitri e il cameriere ne porta dieci dentro un cestino particolare. La birra si chiama Kolsch. Questa sera mangio la classica Wienerschnitzel. Cosa strana la birra si paga a parte dal conto della cena.

Rientriamo in albergo e la mattina successiva dobbiamo essere a Metz e sulla strada ci fermeremo al Castello di Cochem e nella città di Treviri. Partenza alla solita ora e alle dieci siamo già al Castello che si trova su una collina che domina la valle della Mosella. Lunga passeggiata fino all'entrata, dalla foto qui sotto si capisce  il percorso da fare dalla strada sotto dove parcheggiamo, per l'occasione la faccio due volte.

I cavalieri a protezione del castello avevano diritto a centosessantadue litri l'anno di vino, contro i dodici che consumiamo di media attualmente. Credo di essere un cavaliere dell'era moderna. Bello il panorama che si gode dal castello.

Lasciamo Cochem per Treviri (Trier). Visitiamo la porta Negra e passeggiamo fino al Duomo. Da queste parti troviamo sempre due chiese, una vicina all'altra: la cattolica con la croce sul campanile e la protestante con il gallo.

Dopo un bicchiere di Riesling brut e un altro spuntino ripartiamo, destinazione Metz!

Arrivati a Metz cerchiamo il ristorante Sans Coulotte, ma non hanno posto e quindi torniamo verso l'hotel e accanto troviamo un ristorante dove ceniamo a base di spiedini alla brace con tre tipi di carne: maiale, agnello e manzo! La mattina ricarichiamo le valige sul pulmino e andiamo in città, Beppe mi lascia finalmente la guida. Nella piazza del Duomo troviamo il mercato, dopo la visita della chiesa ci dirigiamo verso l'isola della città e ci facciamo qualche foto. Ritorniamo all'auto attraverso la piazza degli archi.

Lasciamo Metz per Nancy, prima di mezzogiorno siamo già a Nancy. Facciamo una bella passeggiata fino alla piazza principale dai cancelli dorati. Piazza Stanislao Re di Polonia e benefattore della città che ha portato l'illuminismo a Nancy. Dopo la visita della Cattedrale e un breve ristoro ci incamminiamo verso Mulhouse.

Arrivati a Mulhouse prendiamo possesso delle camere e dopo una rinfrescatina ci avviamo verso il centro città e visitiamo la Cattedrale e il Municipio. Sul lato ovest del palazzo vi è appesa una brutta testa umana in terracotta a dimensione naturale con catena che veniva fatta indossare nel medioevo ai prigionieri e fatti sfilare in città a dorso d'asino cavalcato all'incontrario a mo di berlina.

Comincia a piovere e ci rifugiamo in un centro commerciale, compriamo degli ombrelli e decidiamo di andare a cena. Troviamo un bel ristorante dove ci concediamo una ricca cena a partire dall'aperitivo con una bella bottiglia di Pinot Gris. Un piccolo antipasto e un bel piatto Alsaziano a base  di pesce e carne. Anche il dolce non è male, i maccarones sono buonissimi, il ristorante si chiama Aux Caves du Vieux Couvent. La cena è stata eccellente e non ci rimane che ritirarci. Ormai siamo quasi alla fine del nostro viaggio, domani ci aspetta il museo dell'automobile e la visita alla collegiata di Thann. Arrivati di buon ora all'apertura ci sono già diversi visitatori in coda. Poco dopo le nove siamo già dentro e ci aspetta uno spettacolo incredibile, la collezione Schumpf contiene il maggior numero di auto Bugatti al mondo e una infinità di altri modelli di tutto il secolo.

Dopo tre ore terminiamo la visita e ci dirigiamo verso Thann per la visita della collegiata dedicata al Santo Ubaldo per la leggenda del pollice e dell'anello sottratti alla sua morte da un suo discepolo e nella chiesa conservati come reliquie.

Dopo un breve ristoro in un bar di Thann e provato il vino Muscat lasciamo il paese e ci dirigiamo verso l'abbazia di Murbach. Durante il tragitto abbiamo modo di fotografare anche le cicogne nei pressi di una cittadina rurale visitabile come museo.

Nella foto qui sopra tipico contadino alsaziano.

 

Arriviamo a Murbach nel bel mezzo di un concerto di tromba e organo per festeggiare la restaurazione di quest'ultimo con il contributo di amici svizzeri, presenti per l'occasione.

Abbiamo ancora un pò di tempo e decidiamo di tornare a Eguisheim il primo paesino visitato in Alsazia, adesso è più visitabile, non c'è la confusione della festa dl vino.

Acquisto un altro pò di vino e ci apprestiamo a passare l'ultima notte in Alsazia. Questa sera andremo a mangiare al Buffalo Grill come facciamo di solito l'ultimo giorno. Purtroppo questa volta siamo rimasti fregati. La carne non era granché e pure bruciacchiata. Non si consiglia questo ristorante nei pressi di Mulhouse.

E' l'ultima notte, probabilmente se stavamo un giorno in più a Colonia e una in meno a Mulhouse avremmo gradito di più, sarà per la prossima volta. Al mattino ci aspetta il rientro in Italia, passeremo per Basilea così avremo modo di visitare questa città. Beppe è sempre il primo ad arrivare al pulmino anche perché è lui ad avere la chiave, ma siamo stati tutti molto disciplinati. La pecora nera sono sempre io che ogni tanto sparisce per un assaggio di vino, le vetrine non è che mi attirino tanto. Dopo un paio di ore di viaggio raggiungiamo Basilea, prima tappa la Cattedrale, arriviamo nel bel mezzo di un matrimonio. Dopo ci avviamo verso la Rathaus, palazzo pittoresco che ospita il Municipio.

Lasciamo Basilea e sulla via del ritorno passiamo per Liestal, pittoresche le pitture murali. Approfitto per comperare i sigari Krumme.

Si riparte così possiamo arrivare a Brescia per l'ora di cena. Rispettato tutto il programma in più siamo stati anche a Baden-Baden.  Arriviamo alle diciannove e trenta e ci concediamo un bel piatto di pastasciutta alle vongole.

Al prossimo viaggio..................

 

 

Qui le notizie che abbiamo tirato giù da internet e quello che pensavamo di vedere.

 

 

La bellezza della celebre Via dei Vini d'Alsazia, un itinerario mitico!

La Via dei Vini d'Alsazia, un tempo "via del vino", è stata inaugurata il 30 maggio 1953, su iniziativa dell'associazione dei viticoltori venditori diretti, dei comitati del turismo dell'Alto Reno e del Basso Reno. Si snoda ai piedi del Massiccio dei Vosgi. Percorrendone i sentieri viticoli segnalati, scoprirete una delle ricchezze principali della nostra regione: i suoi vini sono noti in tutto il mondo per il loro sapore unico. In una moltitudine di città e cittadine, da nord a sud dell'Alsazia, su oltre 200 chilometri di percorso, vari viticoltori propongono degustazioni in cantina.

A Thann, Rouffach, Husseren, Colmar o ancora a Kaysersberg, Ribeauvillé, Andlau, Barr e a Obernai, i grandi vini alsaziani sapranno convincervi. La qualità di questi vini è garantita mediante tre denominazioni: l’A.O.C Alsace (Denominazione di Origine Controllata Alsazia), l’A.O.C Alsace Grand Cru (Denominazione di Origine Controllata Alsazia grandi vini) e l’A.O.C Crémant d’Alsace (Denominazione di Origine Crémant d'Alsazia). Sono ben 51 i territori dedicati alla produzione di vini classificati A.O.C.! I vini contrassegnati con la dicitura "Vendanges Tardives" (vendemmie tardive) e prodotti con uve di Pinot grigio, Gewurztraminer, Moscato o Riesling regalano aromi delicati e sottili in abbondanza.

La Via dei Vini d'Alsazia è la più antica di Francia e attraversa innumerevoli cittadine fiorite, tutte diverse ma ugualmente caratterizzate da un carisma intramontabile e da un timbro esclusivo.

 

Castelli fortificati della Via dei Vini

I castelli dell'Alsazia settentrionale offrono una prospettiva nuova sulle cittadine della Via dei Vini.

Approfittate dei sentieri pedonali che si snodano attorno al Saint-Ulrich, al Girsberg e all'Haut-Ribeaupierre, a strapiombo su Ribeauvillé, venite a vedere i Tre Castelli di Eguisheim, che dominano la pianura d'Alsazia, non perdetevi la fortezza dell'Holhandsbourg sopra la cittadina di Colmar, dove si svolgono numerose animazioni tutta l'estate, non dimenticate inoltre di visitare il castello del Wineck, che veglia su Katzenthal o ancora le incredibili rovine dell'"Œil de la sorcière" (l'occhio della strega) a Thann. Dal'alto di queste vestigia medievali, potrete ammirare viste magnifiche sull'Alsazia...

 

 

I 7 vitigni alsaziani

Gewurztraminer, Riesling, Pinot grigio, Moscato, Sylvaner, Pinot bianco e infine il Pinot nero (l'unico rosso fra i grandi bianchi d'Alsazia)... tanti nettari dal più secco al più corposo, con i loro aromi fruttati così tipici, in una bottiglia che si distingue chiaramente da tutte le altre!

I vini A.O.C. (a denominazione di origine controllata) alsaziani, riportano sull'etichetta il tipo di uva utilizzato per produrli e provengono al 100% dalle uve indicate. Se non è indicato alcun tipo di uva, il vino in questione è prodotto con una miscela di diverse uve e prende il nome di "Edelzwicker", "Gentil" o magari  il nome di un marchio. Possono essere riportate sull'etichetta anche altre indicazioni geografiche supplementari: località, comuni...

I vini d'Alsazia (a parte il Crémant) sono sempre venduti nella classica bottiglia "Vino del Reno", detta "flûte d’Alsace", riservata a queste specialità vinicole a norma di legge. Dal 1972, l'imbottigliamento deve essere effettuato obbligatoriamente nella regione di produzione.

I vini A.O.C. d'Alsazia sono sottoposti a degustazioni preliminari all'autorizzazione, sotto il controllo dell'Istituto Nazionale delle Denominazioni d'Origine.

L’A.O.C. d'Alsazia rappresenta oggi il 74 % della produzione totale e, di questa percentuale, il 92% è costituito da vini bianchi.

La cultura locale alsaziana, ponte tra tradizioni tedesche e francesi, è fonte di antichissime usanze e di una prelibata gastronomia che viene continuamente valorizzata dalle iniziative culturali della città. Questa atmosfera serena, elegante e open-minded incanta il visitatore in ogni stagione al pari della bontà dei vini che si producono in Alsazia e che si possono gustare percorrendo la "Strada dei Vini".
L’Alsazia è una grande regione vinicola. I suoi vini “DOC“ sono conosciuti per i loro ceppi; ce ne sono sette: Gewurztraminer, Moscato, Pinot bianco, Tokay Pinot Grigio, Pinot Nero, Riesling e Sylvaner. Apprezzati in tutto il mondo, questi vini si degustano all’aperitivo e accompagnano a meraviglia la choucroute o il pesce. Il genio della cucina alsaziana consiste nel saper adoperare gli ingredienti più semplici (uova, patate, cavoli, ecc.) per creare veri e propri capolavori. È una cucina di origine contadina "imborghesita" da creazioni deliziose quali il foie gras, il pâté in crosta e la pasticceria, senza tradire la sua essenza. Choucroute, baeckeoffe, tarte flambée, spaetzle, foie gras... le specialità tradizionali si degustano in particolare nei winstubs, singolari taverne dall’atmosfera accogliente e conviviale.
Strasburgo è rinomata per le sue tavole a quattro e cinque stelle, ma anche per centinaia di ristoranti e birrerie aperti alle nuove tendenze e alle cucine etniche. Inoltre, più della metà della birra consumata in Francia viene infatti prodotta in Alsazia. I birrai alsaziani erano riuniti in corporazione già nel 1268! E oggi la loro passione per la birra è la stessa di allora. Qui di seguito è riportato un glossario che vi aiuterà a conoscere meglio la gastronomia strasburghese:

 

Le cittadine emblematiche della Via dei Vini

Ecco un panorama sulle cittadine più tipiche, in un mondo ancora intatto di vicoli lastricati, fortificazioni, antiche corti, facciate colorate, colombages (le tipiche pareti a graticcio), finestre scolpite e balconi in fiore... Ogni cittadina ha una personalità tutta propria!

 

Ribeauvillé

Ribeauvillé, ambientata fra vigneti, colline e castelli, offre un'atmosfera medievale senza pari, al ritmo delle sue grandiose animazioni popolari, come il Pfiffertaj, importante festa medievale che si tiene la prima domenica di settembre.

 

Riquewihr

Riquewihr, classificato fra le "Più belle cittadine di Francia", si distingue per le sue fortificazioni risalenti al 1291. Questa cittadina, con le sue viuzze lastricate, non è praticamente cambiata dal Rinascimento. Alla Maison Hansi (pseudonimo del celebre illustratore alsaziano), sono esposte le opere di  J.J. Waltz.

 

Hunawihr

Hunawihr, cittadina viticola classificata fra "le più belle cittadine di Francia", che accoglie il Centro di Reintroduzione delle Cicogne, dove scoprirete le abitudini di questo uccello emblematico che ama fare il nido in cima ai campanili della regione.

 

Niedermorschwihr

Celebre per il suo campanile a spire, Niedermorschwihr ospita superbe case di viticoltori del XVIII secolo, "colombages" (le tipiche abitazioni con le pareti a graticcio), gelosamente custodite dalle vigne. La produzione locale di confettura è famosa in tutto il mondo.

 

Kaysersberg

Kaysersberg, città natale del Premio Nobel Albert Schweitzer, ospita un mercatino di Natale autentico... ogni anno, la città si illumina e si anima attorno alla Chiesa e al ponte fortificato. È un altro aspetto indimenticabile dell'Alsazia.

 

Turckheim

Turckheim, che si trova in Alsazia, è un villaggio noto per i suoi vini Gewürztraminer, cucina tradizionale alsaziana, e paesaggi mozzafiato circostante.
Turckheim è probabilmente più noto per la sua cinta muraria medievale che circonda. Il muro ha tre porte, o portes: la porta Munster, che si apre nella valle di Munster, la porta del Brand, che inizia la Route des Vins, e la porta di Francia, attraverso il quale si trova la stazione ferroviaria e le strade di Colmar . Questi tre portali aiutano a distinguere il paese dalla maggior parte delle città alsaziane da conferendole un carattere unico.
Un'altra caratteristica interessante di Turckheim è il guardiano notturno. Il Turckheim nativo tradizionalmente vestita, ammantato di nero e portando un alabarda e lampada fa il giro alle ore 22.00 (22:00) ogni sera da maggio a ottobre. Mentre si passeggia la città protetta, canta un certo numero di favoriti alsaziani. The Watchman è spesso accompagnata da una folla di turisti che cerca di unire nelle canzoni. Alcuni nuovi arrivati ​​nella città sono stati sorpresi di avere un apparentemente tranquilla serata interrotta da una folla di carolers portato in giro da un Guardiano Notturno.
Che circonda il villaggio sono la splendida pedemontana dei Vosgi. Topping molti di questi dolci e verdi colline sono antichi castelli e fortificazioni. Questi sono tutti raggiungibili a piedi o in bicicletta. La città è anche incastonato tra una serie di vigneti drammaticamente colorati, che producono le regioni deliziosamente delizioso vino bianco.
cultura. Turckheim vanta una città particolarmente caratteristico e ben curato. Pochi dei suoi primi edifici rinascimentali sono stati distrutti nelle numerose guerre che hanno imperversato Alsazia e Mosella, quindi la destinazione è popolare per i turisti interessati alla costruzione di stile alsaziano caratterizzato da case a graticcio, varie colorazioni pastello a muro, e fiori. In realtà, Turckheim è un ville Fleurie, il che significa che è considerata una delle città più floribund in Francia.

 

Eguisheim

Classificata fra le "Più belle cittadine di Francia", Eguisheim ha ricevuto diversi riconoscimenti per i suoi spazi fioriti.  Città natale di Papa Leone IX, si sviluppa a cerchi concentrici attorno al castello... e organizza una famosa Festa dei viticoltori ogni ultimo week-end di agosto.

 

Rouffach

Rouffach si colloca nel cuore di un vigneto secolare e di un paesaggio verdeggiante, a metà strada fra Colmar e Mulhouse. Sono numerose le occasioni per trascorrere momenti gradevoli: le feste locali, la folkloristica Notte del Turismo, la famosa Festa della Strega, ma anche il Festival Musicalta, che invita a vivere la musica in un contesto rurale.

 

Guebwiller

Guebwiller, vicino a Thann e a Mulhouse, è sede di un vero e proprio gioiello della storia: il convento dei Domenicani in Alta Alsazia. Questo ex convento funge oggi da spettacolare contesto per vari concerti, in prossimità del Grand Ballon, la vetta più alta dei Vosgi.

 

Thann

A Thann, porta meridionale della Via dei Vini, le passeggiate sulle banchine del fiume Thur conducono ai bovindi, alle torri e alle fortificazioni del XIV e XV secolo. La Collegiata di San Teobaldo, perla dell'architettura gotica, insieme all'antica Halle aux blés (il mercato del grano), contribuisce al carattere carismatico della cittadina.

 

 

Le winstub

La winstub è l'oasi della gastronomia alsaziana. Figlia della taverna, spesso caratterizzata da soffitti bassi e decorata con oggetti tipici della vita quotidiana alsaziana, immersa in un atmosfera di luce soffusa, propone i piatti e i vini tipici della regione in un contesto autentico.

 

L'arte di abbinare le specialità e i vini d'Alsazia

La Via dei Vini consente molteplici pause golose, salate o dolci, per degustare i ghiotti piatti locali... . tarte flambée, fleischschnackas (tipico rotolo di pasta e carne), baeckeoffe (stufato al forno di carne e verdure), choucroute, formaggio munster, kougelhopf, bettelman (dolce di pane), torta di prugne, berawecka (panforte), bredalas (dolcetti di Natale)... È l'occasione giusta per assaporare i famosi abbinamenti fra i Vini d'Alsazia e le specialità locali!

·         Foie gras e Pinot grigio

·         Munster e Gewurztraminer

·         Choucroute e Riesling

·         Kougelhopf e Moscato

·         E tanti altri tutti da scoprire...

·         I segreti dei Vini d'Alsazia

Le colture viticole alsaziane si collocano in un'eccellente posizione geografica, climatica e geografica, per questo vi si producono vini tipici caratterizzati da aromi apprezzati in tutto il mondo.

Al termine della Prima Guerra Mondiale, i viticoltori alsaziani si sono impegnati in una politica di qualità che ha garantito il successo dei vini d'Alsazia.


 

Bibeleskäs: formaggio fresco contadino servito con patate saltate. C’è chi lo preferisce su un letto d’aglio, di prezzemolo, di erba cipollina o di cipolla.

Bredele: dolcetti di Natale che annunciano la più magica delle feste. Dato che l’innovazione qui è tradizione, questi biscotti hanno tante forme e aromi quante sono le stelle del cielo.

Pretzel: salatino a forma di cuore simbolo dei panettieri fin dal XIV secolo

Baeckeoffe: pasticcio di patate stufate nel vino bianco alsaziano che associa tre tipi di carne: maiale, manzo e montone. Il Baeckeoffe viene cotto in un piatto speciale sigillato da una pasta salata

Carpe (carpa): allevata negli stagni fin dal XII secolo, viene degustata soprattutto secondo le ricette della cucina tradizione ebraica.

Choucroute: cavolo grattugiato e messo a salamoiare nelle botti. Questo è il piatto forte della gastronomia alsaziana, basti pensare che viene consumata in tutte le stagioni, nonché accompagnato da salumi o dal pesce.

Flammekueche o Tarte flambée: questo piatto rappresenta per molti ristoranti l’unica scelta. E’ una pasta sottile ricoperta di crema acida, cipolle e lardelli e servita su di un tagliere di legno. È una specie di pizza che si divide fra i convitati e si mangia con le dita.

Fleischschneke (girello di carne): questo piatto viene preparato mettendo della carne su uno strato di pasta che viene arrotolata, tagliata e bollita nel brodo.

Foie gras: il pâté de foie gras d’oca è stato ideato dal cuoco strasburghese Jean-Pierre Clause intorno al 1780, anche se il bel volatile è stato introdotto in Alsazia dai Romani e dagli ebrei esperti nell’arte dell’ingrassaggio e della conservazione del fegato, che avevano portato con sé dopo la fuga dall’Egitto

Männele (omino): brioche a forma di omino preparate nel mese di dicembre intorno alla festa di S. Nicola.

Munster: formaggio prodotto per la prima volta presso l’abbazia di Munster intorno al 1339 circa. Il suo odore forte non ha niente a che vedere con il sapore, delicato e gustoso. Il munster si gusta freddo o fuso sulle patate.

Pâtes (pasta): per moltissimi anni si è creduto che gli inventori della pasta fossero gli Alsaziani. Una cosa è certa, la pasta alsaziana, ricca di uova, è unica al mondo.

Roïgebradeldi: pasto montanaro servito negli agriturismi dei Vosgi. Sono patate cotte a fuoco lento con cipolle e lardelli

Tourte (pasticcio): La tourte vigneronne è uno dei piatti serviti negli agriturismi. È fatta di carni marinate messe in una pasta sfoglia, spesso con l’aggiunta di una goccia di Riesling.

Schnaps: acquavite che spesso conclude un buon pasto. Può essere a base di fragole, lamponi, prugne, mirabelle, susine, ciliegie, pere o gewurtztraminer.

 

 

Dopo alcuni cenni della regione che andremo a visitare, ecco il nostro itinerario con partenza da Brescia:

 

Brescia Frigovia Km 490 ca.

 

 

Frigovia

Friburgo in Brisgovia (in tedesco Freiburg im Breisgau) è una città extracircondariale (229.144 abitanti) della Germania sud-occidentale, la quarta in ordine di grandezza del Baden-Württemberg dopo Stoccarda, Mannheim e Karlsruhe.

È situata nel sud del Baden-Württemberg, a circa 15 km dal confine con la Francia e a 50 km dal confine con la Svizzera. Sorge ai limiti di un'area di origine vulcanica e gode di un clima particolarmente favorevole, le zone circostanti sono infatti note per la produzione di vini.

Le città più vicine sono Mulhouse, Colmar e Strasburgo in Francia e Basilea e Zurigo in Svizzera. Le città tedesche più vicine sono Karlsruhe (130 km) e Stoccarda (200 km).

La popolazione attuale comprende i circa 30.000 studenti della Albert-Ludwig-Universität e degli altri istituti di formazione presenti. La numerosa popolazione studentesca influenza la vita culturale e sociale della città, vi si trova infatti un elevato numero di locali pubblici, teatri, cinema che insieme ai molti monumenti ne fanno una delle mete turistiche più visitate in Germania.

Friburgo si trova sul confine tra la fossa tettonica del Reno Superiore (Oberrheingraben) e la Foresta Nera (Schwarzwald). Infatti la faglia, la frattura, tra queste due zone geologiche passa proprio attraverso il territorio urbano. I quartieri occidentali si trovano nella pianura, che fa parte della valle del Reno, mentre i quartieri orientali posano sul pendio delle colline della Foresta Nera. Nell’interno del territorio urbano troviamo a sud lo Schauinsland, che con i suoi 1.284 m è una delle vette più alte della Foresta Nera. La città è attraversata dal fiume Dreisam, che nasce nella Foresta Nera e confluisce nel fiume Elz, che a sua volta confluisce nel Reno.

A ovest della città, si eleva l'unica collina nell'interno della valle del Reno, il Kaiserstuhl che è una formazione geologica a sé stante, essendo di origine vulcanica.

La zona di Friburgo e del Kaiserstuhl è la più calda e la più soleggiata della Germania. Di questo sono testimoni il famoso vino del Kaiserstuhl e le particolari flora e fauna, comprendenti specie solitamente presenti solo in paesi più caldi (orchidee, gigli, lucertole, mantidi religiose).

Storia

Nell'anno 1091 i duchi di Zähringen costruirono un castello sullo Schlossberg. Nell'anno 1120 vennero riconosciuti al piccolo insediamento alle pendici dello Schlossberg i diritti di mercato, il mercato si espanse rapidamente grazie alla vicinanza di importanti strade commerciali.

La posizione geografica molto favorevole e la presenza di numerose miniere di argento nella Foresta Nera garantirono alla città un certo benessere e una rapida crescita. Nel 1200, sotto Berthold V di Zähringen cominciò la costruzione della chiesa parrocchiale in stile gotico, il Münster di Friburgo.

Nel 1218 Berthold V, l'ultimo degli Zähringen morì. Fino al 1368 dominarono la città i conti di Urach. I cittadini di Friburgo si affrancarono nel 1368 pagando la cifra di 15.000 marchi d'argento ottenuti in prestito dagli Asburgo, ma quando la città non fu in grado di restituire il prestito dovette assoggettarsi al loro dominio.

Nel 1457 venne costruita dall'arciduca Albrecht VI l'università che nel 1620 venne rilevata dai Gesuiti, dai quali fu gestita fino al 1773.

Nel 1507 alla città venne conferito il diritto di battere moneta. Nel 1520 venne redatto un nuovo statuto cittadino, che unì in modo equilibrato la tradizione cittadina medievale e elementi di diritto romano.

Friburgo si oppose alla Riforma protestante e divenne quindi un'importante roccaforte cattolica nella regione dell'Alto Reno. Nel 1520 ospitò il vescovo di Berna e nello stesso periodo anche Erasmo da Rotterdam soggiornò per alcuni anni nella città. Nel corso della Guerra dei trent'anni la città passò ripetutamente dal dominio francese a quello austriaco, subendo numerosi assedi da entrambe le parti. In seguito al Trattato di Campoformio la città viene assegnata ad Ercole III d'Este duca di Modena e Reggio, che rinunciò a prenderne possesso a causa del basso reddito cittadino. Nel 1805 Napoleone Bonaparte annesse Friburgo al neo costituito Granducato del Baden. Nel 1827 Friburgo divenne capoluogo dell'arcivescovado del Baden e il Münster divenne sede vescovile.

Nel corso della Seconda guerra mondiale la città subì danni rilevanti, il 27 novembre 1944 un pesante bombardamento rase al suolo l'intera parte settentrionale della città vecchia e gran parte di quella occidentale. La città venne successivamente ricostruita rispettando la planimetria originale anche se furono ricostruiti in modo fedele solo gli edifici pubblici o di particolare valore storico.

Il santo patrono di Friburgo è San Giorgio. Su croce è incorporata nello stemma e nella bandiera della città. Le bandiere di Friburgo e dell'Inghilterra sono identiche.

Monumenti e luoghi di interesse

La Cattedrale di Friburgo, costruita tra la fine del XII secolo e il 1513

·         Il monumento più notevole è indubbiamente la cattedrale (Münster), la sua pregevole torre campanaria in stile gotico puro, alta 116 m, è il simbolo della città. La torre è visitabile, ad altezza intermedia sono situate le 19 campane dal peso complessivo 27.240 kg e tra di esse si trova una delle più antiche campane datate della Germania] (la Hosanna-Glocke datata 1258). Dalla sommità della torre si gode di un notevole panorama, a volte verso occidente è visibile la catena montuosa francese dei Vosgi. All'interno della cattedrale sono degne di nota le vetrate e l'altare, opera di Hans Baldung Grien, nel coro si trova anche un altare minore opera di Hans Holbein il Giovane. L'esterno della cattedrale, tuttora in restauro per rimediare ai danni dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, è decorato da un elevato numero di doccioni. Intorno alla cattedrale si svolge ogni mattina, fin dal XVI secolo, il pittoresco mercato della frutta e dei fiori.

·         Nella piazza della cattedrale si trova il Historisches Kaufhaus, costruito nel 1532 era sede di attività commerciali e della dogana.

·         Delle antiche mura che circondavano la città rimangono due porte: la Schwabentor (porta degli Svevi), risalente al Duecento, che si apriva su una delle vie commerciali più importanti per la città; la "Martinstor", risalente alla stessa epoca. (A titolo di curiosità: sotto la Martinstor si trova l'unico fast food della catena McDonald's con l'insegna di colore diverso dal giallo standard). Oltre a queste due porte più conosciute ne esiste una terza: la porta di Breisach ("Breisacher Tor") l’edificio all’angolo tra la Rempartstraße e la Gartenstraße è l’unica struttura di origine barocca risalente al periodo di occupazione francese a partire dal 1677.

·         Il ristorante e hotel Zum Roten Bären è il più antico albergo in Germania, la costruzione risale all'anno 1120 e l'attività di alloggio e ristorazione viene svolta in modo ininterrotto dal XIV secolo.

·         Haus zum Walfisch (casa della balena): l'edificio risale al 1515 e fu costruito come buen retiro per l'imperatore Massimiliano I. Dal 1529 al 1531 vi soggiornò Erasmo da Rotterdam dopo la sua fuga da Basilea. Nel 1944 l'edificio fu parzialmente distrutto da un incendio, dopo la ricostruzione è divenuto sede di una banca.

·         Barbarastollen, museo sotterraneo che raccoglie miglia di microfilm sui beni artistici conservati nei musei tedeschi.

 

 

Neuf Brisach

Lavoro iniziato nel 1698, su progetto da Vauban, ingegnere militare al servizio di Luigi XIV. Vauban è morto nel  1707 e questo,  il suo ultimo lavoro, è stato completato da Louis de Cormontaigne. disposizione della città era quello di una 'città ideale', come era popolare in quel momento, con un modello di strada griglia quadrata regolare all'interno di una ottagonale fortificazione. Ampio spazio è stato dato a una piazza centrale di tutti i quattro blocchi al centro, affiancata da una chiesa imponente. I singoli blocchi sono stati offerti per lo sviluppo privato, sia come case benestanti nei giardini privati, o come proprietà in affitto commerciale. Alloggiamento più semplice è stato fornito in blocchi di case popolari a lungo, costruito all'interno di ogni cortina, che ha avuto anche l'effetto di  schermatura delle case migliori dal rischio di cannonate. L'accesso è stato fornito da accessi di grandi dimensioni nelle principali quattro facciate continue.
Le fortificazioni sono l'ultima opera di Vauban e il culmine della sua 'terzo settore'. Ci sono due linee di difesa, un interno cinta de Sûreté, la parete bastione intorno alla città, ed una esterna cinta de combat, un sistema di concentrico movimenti di terra a forma di stella. La facciata continua è sostanzialmente ottagonale, con ogni fianco separato approssimativamente in tre e il bastione esterno sporgente leggermente, così da affiancare al centro delle pareti. Ogni angolo ha avuto un rilievo sporgenti verso l'esterno torre bastione pentagonale, i punti più alti del sistema. I terrapieni esterni erano profonde e occupato una superficie maggiore della città stessa. Le pareti interne erano circondati da tenailles prima che i centri delle facciate continue e controguardie prima dei bastioni. Di fronte al centro di ogni faccia telo era una grande rivellino tetraedrica, quelli davanti dei gateway anche essere sormontati da una reduit sul retro. Al di fuori di tutti questi movimenti di terra era un modo coperto.La città ha subito danni nella seconda guerra mondiale, ma rappresenta ancora un esempio molto chiaro delle ultime opere di fortificazione, all'inizio del XVIII secolo. Nel 2008, la nuova città di Neuf-Brisach è stato elencato come un patrimonio mondiale dell'UNESCO, nell'ambito delle "Fortificazioni di Vauban" gruppo.

 

Eguisheim

Eguisheim deriva dal nome latino Egino o Hegino. Il nome proprio o Egeno Egino era molto comune nei vecchi titoli è un Egino, un discendente del duca  Aldarico. Come il suffisso-heim, è un vecchio lessema tedesco che significa "casa, dimora" e "villaggio" per estensione. Questo suffisso è aumentato drammaticamente, non solo in Alsazia, ma anche in Germania. Leggermente alterato in fiammingo-orlo nella sua forma, si trova in Belgio e Nord-Pas-de-Calais. E 'successo anche in Gran Bretagna nella forma-prosciutto. Si noti che è stato è stato inserito l'ortografia originale "Egisheim" la lettera G per "vestire" il nome del luogo di françaisenotes 1, quindi è un semplice editing causando francisation fonetica.
Il territorio abitato sin dal paleolitico. Numerosi reperti archeologici rinvenuti presso il sito nel 1865 mostrano che Eguisheim stata occupata fin dal periodo Paleolitico. Il primo insediamento nella regione può essere attribuito al Cro-Magnon. Più tardi, altre persone sono venute a stabilirsi nella regione, portando la loro civiltà e costumi, come molti sembrano testimoniare le tombe scoperte nel secolo scorso. Dopo i Celti della tribù Séquanes, i romani eressero un campo all'ingresso del paese e sviluppare la cultura della vite. La presenza romana in scena è evidenziato da una tegola trovata nel 1900, ai piedi del colle Schlossberg, segnata Prima Legio Martia, un battaglione di legionari guidato dall'imperatore Diocleziano (284-305).
I duchi e conti di Alsazia. Il tempo dei Merovingi, l'Alsazia è stata governata dai duchi. Il primo duca Etichon (o Aldarico o Attico) è il più noto di loro. Memoria alsaziano designa come il padre di Saint Odile (VII secolo). Pipino ha concluso la sovranità della dinastia nel 754, ma è rimasto tollerato per un po 'al tempo di Carlo Magno.

 

Dopo questa prima giornata due notti di sosta a Colmar.

 

 

 

 

 

Secondo giorno

 

Colmar

Colmar si trova ai piedi del massiccio dei Vosgi. È la terza città dell'Alsazia e la seconda del dipartimento dell'Alto Reno, dopo Mulhouse.

Colmar, benché situata in una zona di clima semi-continentale (come il resto dell'Alsazia, della Lorena e della Franca Contea) è la città più secca di Francia. La media delle precipitazioni è di 53 cm (530 mm) all'anno, anche se va notato che spesso viene registrata una piovosità superiore. In effetti, alcuni dati si basano sulle cifre fornite da Météo-France, che sono in realtà quelle rilevate alla base aerea di Colmar-Meyenheim, distante una ventina di chilometri e soprattutto situata ai piedi dei Vosgi. Questo fenomeno si deve al fatto che Colmar è situata ai piedi della parte più alta dei Vosgi: le nuvole, bloccate dalle creste dei monti, riversano la maggior parte della loro acqua sul versante della Lorena, lasciando Colmar a secco.

Colmar (dal latino columbarium), antica città libera del Sacro Romano Impero, figura tra le dieci città della Decapoli d'Alsazia. Divenne francese nel 1648 a seguito del Trattato di Vestfalia. Nel 1789, contava 11.000 abitanti.

Dopo l'annessione all'Impero tedesco, successiva al Trattato di Francoforte (10 maggio 1871), divenne il capoluogo del distretto dell'Alta Alsazia, all'interno del Reichsland dell'Alsazia-Lorena, e rimase tale fino alla firma del Trattato di Versailles (28 giugno 1919) che mise fine alla I guerra mondiale.

Colmar rimase francese fino al 1940, con l'annessione dell'Alsazia al Terzo Reich durante la II guerra mondiale. Il 2 febbraio 1945, Colmar fu l'ultima città alsaziana ad essere liberata dall'occupazione tedesca, dopo una lunga resistenza della sacca di Colmar.

Da visitare il pittoresco quartiere della piccola Venezia, con le sue costruzioni a bordo dell'acqua.

A Colmar si trova, all'interno del monastero delle domenicane, il Musée d'Unterlinden, che ospita tra gli altri un tesoro dell'arte religiosa occidentale, la pala di Issenheim di Mathias Grünewald (notissima la Resurrezione, nei pannelli centrali dell'Altare di Isenheim), oltre ad un insieme eccezionale di dipinti di pittori renani (Hans Stock, Martin Schongauer, Lucas Cranach il Vecchio, Hans Holbein il Vecchio).

 

Nel 2004 è stata costruita una replica della Statua della Libertà, alta 12 metri, posta all'entrata settentrionale della città, dato che Auguste Bartholdi lo scultore che la progettò era originario di Colmar. Colmar presenta la cucina tipica dell'Alsazia (che in proporzione agli abitanti possiede la maggiore presenza in Francia di ristoranti con 5 stelle), fortemente influenzata dalla vicinissima Germania e naturalmente dalla presente Francia.

Qui troviamo le tipiche e tradizionali pietanze come le Choucroute conosciute anche con il nome di Sauerkraut che si riferiscono sia ai piatti che ai vegetali usati nelle grigliate, oppure la Tarte Flambe composta da aglio, bacon e panna, il Coq au Riesling (pollo affogato nell'ottimo vino dell'Alsazia), il Baeckoffe, un bollito di carne e patate marinate nel vino bianco, e ancora il Bibeleskäs, un ottimo formaggio bianco usato nelle patate fritte o il Formaggio Munster, lo Kassler l'eccellente maiale arrosto, gli Spätzle gli spaghetti tipici dell'Alsazia.

Da non perdere inoltre lo Grumbeerekiechle, una torta di patate e lo Kougelhopf composto da una pasta dolce e in genere usato durante la colazione o il Tè pomeridiano.

 

Ville ancienne : L'opinione di Michelin

Il cuore della città vecchia comprende Place de l'Ancienne Douane, rue des Marchands e rue Mercière . Qui abbondano le antiche e pittoresche abitazioni a graticcio alsaziane, con i loro balconi fioriti, le torrette ad angolo e le finestre a logge sporgenti. Da vedere, in particolare, la maison Pfister e l'Ancienne Douane (o Koifhus). Da segnalare anche la collégiale Saint-Martin e la chiesa dei Domenicani, che conserva il celebre dipinto della Vierge au buisson de roses.

Colmar è la capitale del vino in Alsazia, con i suoi favolosi e tipici vigneti ci regala splendidi e eccellenti vini e qui ricordiamo in particolare il fresco Pinot bianco, il leggero Chasselas, i superiori Moscati e il regale Gewurztraminer.

I tipici piatti dell'Alsazia, la "tart flambee", una sottilissima sfoglia di pasta di pane farcita con una salsina bianca (formaggio??), pancetta e cipolle, la "choucrote" piatto a base di wusterl, salsiccia, pancetta ed altre carni di maiale accompagnato da crauti, e la Backeoffe,

costituita da carne di agnello, manzo e maiale cotte al forno con vino, cipolle e patate.

Alsazia, sulla Strada dei Vini dell’Alto Reno, tra allegre degustazioni e piatti pantagruelici della cucina locale. I ricchi piatti alsaziani, dalla tarte flambée alla choucroute, passando per il nobile foie gras.

Se siete di passaggio per questa graziosa cittadina, proprio al centro della Strada dei Vini, andate a mangiare al Comptoir de Georges,  sancta sanctorum della cucina di carne della zona. Durante il giorno, infatti, è una macelleria che serve i ristoranti di Colmar, per trasformarsi di sera, in una graziosa brasserie con vista sul fiume Lauch, nel cuore del quartiere Petite Venise. Che poi, detto tra noi, un piccolissimo fiumiciattolo trasformi un quartiere nella Piccola Venezia, la dice lunga sulla straordinaria capacità di fare marketing dei francesi. I navigli di Milano, allora, potrebbero sembrare i fiordi!!!!

è l’utilizzo del Munster, il formaggio molle a crosta lavata, prodotto per la prima volta presso l’abbazia di Munster intorno al 1339 circa. Il suo odore è deciso, forte, così come lo è al palato con in più una splendida cremosità

Colmar è una bella e caratteristica cittadina. Da vedere la zona centrale con le belle case a graticcio e la Petit Venice con le case affacciate al fiume e dove si può godere 2 romanticissimi scorci sull'acqua.Facciamo il giro del centro storico con il trenino turistico (5,50 €) e poi lo stesso percorso a piedi (1,5 ore). Da vedere la cattedrale, la meson des Tetes e la meson Pfister, due belle e antiche abitazioni del 1500.Proseguiamo in autostrada, che qui è gratuita, fino ad Obernay è un piccolo graziosissimo paese ovviamente caratterizzato dalle tipiche case a graticcio! Da vedere la piazza e le vie che la raggiungono.Anche qui si può visitare il centro storico con il trenino o con una grossa chiatta scoperta che percorre i canali dell' Ill. (circa 8 € per adulto). La zona più caratteristica della città è la petit France, il vecchio quartiere, caratterizzato dalle colorate case a graticcio costruite sul fiume. Molto caratteristici i ristoranti con veranda sui canali, il sistema di chiuse che permette di portare l'acqua allo stesso livello rendendo navigabile il fiume ed il ponte girevole che si apre al passaggio delle barche! Non lontano si trova la bella cattedrale in stile gotico all'interno della quale l'orologio astronomico, allo scoccare delle 12;30, mette in moto un meccanismo che vede gli apostoli sfilare davanti a Gesù. Nella piazza della cattedrale, casa Kammerzel, antica ricca casa del 1500 che oggi ospita un ristorante. La classica giostra del 1900 con i cavalli che salgono e scendono.

 

Museo di Unterlinden: L'opinione di Michelin

 1 r. d'Unterlinden F - 68000 Colmar

Il museo è stato istituito nel 1849, in un antico convento risalente al XIII sec. Le grandi opere dell'arte renana ivi esposte rendono assolutamente necessaria la visita. Nel chiostro in arenaria rosa dei Vosgi, eretto nel XIII sec., potrete scoprire dipinti e sculture provenienti, per la maggior parte, da edifici religiosi della regione. I primitivi renanisono rappresentati da Holbein l'Ancien, Cranach l'Ancien, Gaspard Isermann e dalle incisioni su rame di Martin Schonagauer. Il piatto forte della visita è senza dubbio costituito dal favoloso polittico di Issenheim, eseguito intorna al 1500-1515 da Grünewald per la cappella del convento degli Antonites di Issenheim, i cui monaci erano specializzati nella cura del fuoco di Sant'Antonio. La scelta dei temi e della loro relazione reciproca, l'atteggiamento e l'espressione delle figure, il significato simbolico di animali e mostri e l'uso del colore, tutto contribuisce all'effetto globale, che raggiunge il suo apice nel riquadro centrale del polittico, la straziante Crocifissione. Tuttavia, non sono da dimenticare le opere di Schongauer e del suo gruppo (il retablo della Passione, in 24 pannelli), conservati nella medesima cappella delle opere di Grünewald. Al primo piano, una ricostruzione della storia di Colmar e oggetti alsaziani e, nelle cantine, opere di pittori del XX sec. del calibro di Renoir, Rouault, Picasso, Vieira da Silva, Nicolas De Staël o Poliakoff.

 

 

 

Dopo la visita di Colmar è previsto la visita delle seguenti località turistiche:

 

le distanze in km sono da Colmar

 

8,5 Km 68338 Turckheim paese dai tetti antichi e nidi di cicogna –

9    Km 68240 Kaysersberg è un gioiello di rara bellezza   incastonato tra i vitigni, a 820m  altitudine 

9    Km 68340 Riquewihr  Le viuzze, le mura e le vecchie case, intatte, hanno conservato il loro splendore del XVI sec  

5    Km 68150 Hunawihr  il parco delle Cicogne e la serra delle farfalle  

3    Km 68150 Ribeauvillé (1*)  famosa per il vino riesling  da vedere  Grand'Rue  

16  Km rientro a Colmar        

 

                   

Terzo giorno

 

Partenza per Strasburgo lungo la strada ci fermeremo a:

23  Km 67600 Orschwiller visita  castello dell’Haut-Koenigsbourg (2*) 

8    Km 67600- Sélestat(1*) da vedere Église Ste-Foy  antico priorato benedettino.  Église St-Georges 

10  Km 67600 Ebersmunster  chiesa di San Maurizio la più bella chiesa barocca di Francia-

22  Km 67210 Obernai 2* borgo delizioso, ai piedi del monte Ste-Odile e protetto da antiche mura   

8    km  67530 Ottrott  monastero di Mont Sainte-Odile                                                                                                                                                             

6    Km 67560 Rosheim   custodisce una chiesa romanica, del XII secolo dedicata a San Pietro e Paolo     

30  km  67550 Strasburgo 

 

                                                                                                                                                          

 

Église Ste-Foy 

 

La costruzione della chiesa (XI secolo-XII secolo)
Un primo edificio dedicato al Santo Sepolcro è costruita intorno 1087. La cripta, così come alcuni intagliato riutilizzato riflettono questa chiesa primitiva. Il nipote di Papa Leone IX Alsazia, conte Ugo di Eguisheim è stato assassinato nel 1089 nella stessa stanza del vescovo Ottone di Hohenstaufen, che è stato invitato come segno di riconciliazione dopo un conflitto che si era opposto. L'assassino è il maggiordomo del vescovo. Il prelato era probabilmente nulla, ma il Papa, che lo conosceva come un avversario nella lotta per le investiture, la pena come se fosse colpevole. La leggenda vuole che la madre Hildegard, la cui ascendenza è alsaziana, fu sopraffatto dal rimorso da questi crimes2. Lei ha deciso nel 1094 di fare una donazione ai benedettini, la sua terre Selestat. Ha scelto i monaci dell'Abbazia di Sainte-Foy de Conques, Rouergue, probabilmente a seguito di un pellegrinaggio fatto a San Giacomo di Compostela. La proprietà dell'abbazia torna a Berta, figlia di Ludovico il Germanico e la badessa di Felix e Regula, Zurigo, in conformità con un atto di Lotario II nel 869 stabilito.

Una chiesa convento fu costruito tra il 1152 e il 1190, grazie alle donazioni di Federico Barbarossa. Questo è anche lo stesso benefattore tempo di Mont Sainte-Odile, dove si nomina e abbesses Relendes Herrande e intorno al monastero, con una cintura di castelli, prima di partire per la crociata, che sarà fatale2 lui. Il nuovo edificio, costruito a pianta basilicale con transetto poco marcato, ha uno stile che è più vicino a Lorena e realizzazioni Borgogna romanica di Reno. Benedettino guardia del santuario fino all'inizio del XV secolo e l'ultimo precedente, Raimond di Romiguière, anche Sélestat nel 1424. Il vescovato di Strasburgo, che è la chiesa e convento di carica nel 1615 mette a disposizione dei Gesuiti. Hanno poi impegnarsi trasformazioni stile barocco in voga al momento. Solo la prima finestra a destra e uno sopra il portale nord sono originali. La torre ottagonale sopra il transetto sfugge anche le revisioni. La Torre Nord è ampolloso e forum, realizzati dallo scultore Stéphane Exstel sono aggiunti nel 1616-1617. Una scuola è stata costruita tra il 1742 e il 1745 e gli edifici del priorato sono stati sostituiti nel 1688, prima di subire un nuovo restauro 1753-1757. Fratel Jean Anderjoch, falegname, è responsabile per la ricostruzione, durante la quale probabilmente ha ispirato i piani del Gallay architetto.

La città dà gli edifici dopo la partenza dei gesuiti nel 1765 agli ufficiali della casa. Essi sono stati completati nel 1769 su progetto dell'architetto Gouget da nuovi edifici denominati il ​​padiglione. Gli edifici sono destinati per l'educazione e il trattamento dopo il 1874, e nel 1882, alla fine nord dell'ala ovest è distrutto. La chiesa è oggetto di un restauro da parte dell'architetto Charles Winkler, tra il 1889 e il 1893. La torre nord si abbassa e la Torre Sud è un alto livello in più, con l'aggiunta di un diamante a forma di frecce con neoromanico timpano. I tribuni della navata vengono rimossi e un nuovo tetto è messo sulla navata centrale e le navate laterali. Néoromanes le sculture sono installate all'interno e all'esterno, da Emile Sichler e P. Gachon. Alcune torri capitelli e due leoni del portico vengono sostituite, il vecchio è conservato nel museo di Colmar.
Portali
Il tiburio della chiesa di Sainte-Foy.

Il portale principale della chiesa, risalente alla seconda metà del XII secolo, conserva tutte le sue originali sculture. Le foglie e le decorazioni in legno, dipinte sul timpano, sono realizzate secondo il progetto, datato 1890 dall'architetto Charles Winkler. Atlantidei accovacciati sono rappresentate nei rilievi, così come gli angeli, serpenti, mostri alati e una testa di leone sui capitelli. Il Giudizio e Tetramorfo decorano il timpano, e palme nane sui rulli.

Colonne porta romanica del Nord, cuscinetti e volute scolpite, risalente alla seconda metà del XII secolo. Il timpano, decorata con una fuga in Egitto, è scolpita nel 1847 da Emile Sichler. I capitelli sono decorati con draghi alati e interlacciamento. Una vecchia porta gotico, forse risalente alla fine del XIV secolo, un tempo dava accesso dal chiostro del convento nella navata della chiesa. Probabilmente murata dopo la demolizione del chiostro dai Gesuiti, i loro importi sono probabilmente ricostruiti alla fine del XIX secolo. Un maiale e un'aquila sono rappresentate nel ogivale sulla sinistra e un cane sotto l'arco sul lato destro.
Tendoni

Scalpellini capitali responsabili delle colonne provenienti da Saint-Die, un monastero della Chiesa primitiva irlandese, con un'impronta forte simboli celtici liturgia. Responsabile decorazioni romanzi chiese di Saint-Die, vi è una forte somiglianza tra l'impostazione dei loro capitali e quelle riprodotte nel manoscritto di Kells-Iona2. Capitelli a foglie d'acanto, probabilmente, dal palazzo dei primi del secolo XI, vengono riutilizzati durante la ricostruzione del XII secolo.

Néoromans capitelli delle batterie deboli navata sono creati dall'architetto Winkler, durante il restauro della navata nel 1891, e probabilmente scolpite da Gachon. Sono sul lato sud l'architetto, scultore e imprenditore (W. Meusburger) i cui nomi compaiono nelle classifiche e sul lato nord, le armi e gli emblemi dei leader politici (Clovis e Maximilian von Hohenlohe di Putkammer), religioso (sacerdote Mury e coadiutore vescovi Strumpf e Fritzen) e il tempo di somministrazione (Sindaco Spies), integrati con iscrizioni commemorative in latino, che si trova al di sopra dei capitelli.
Arredi interni
Statue

La chiesa ha diverse statue, eseguite tra il XVII e il XIX secolo. Una statua monumentale raffigura S. Ignazio di Loyola schiacciamento eresia. Proviene dal cancello principale del Collegio dei Gesuiti, costruito nel 1688-1689, nella parte occidentale dei vecchi edifici priorato, ed era in una grande nicchia superando la porta, tra un doppio colonnato. La mano sinistra del santo, e la parte inferiore del viso e il braccio destro di eresia scomparve. Una statua di San Giovanni Nepomuceno, arenaria scolpita, risale al XVIII secolo.

L'antica statua nel corteo che rappresenta Cristo, il tempo dei Gesuiti, sembra risalire al primo quarto del XVIII secolo. L'avambraccio destro della statua scomparve. Una statua della Vergine della Misericordia, in legno policromo, risale al XVIII secolo. Una statua di San Foy è offerto nel 1871 da padre Joseph Mury, autore del restauro della chiesa e la rinascita della devozione a S. Foy. Legno policromo, porta l'iscrizione sulla base di: Donadedit J.Murii parochia 1871.
Rilievi scolpiti
Altari

I piani per un insieme di due altari altari dedicati alla Vergine Maria e Santa Croce, così come santi gesuiti - soprattutto a San Francesco Saverio - è fornito dal gesuita Padre Ignatius Sainct-Lô durante il secondo quarto del XVIII secolo. Le sculture sono realizzate 1728-1730 di Johann Leonard Meyer3, lasciando la sua firma e la data di esecuzione, inciso sul retro di una statua e di sollievo. Altari e pale d'altare sono stati rimossi nel 1892, quando il grande restauro della chiesa. La statua di Cristo sulla Croce e il rilievo di San Francesco Saverio, che è morto, sono conservate nella chiesa e la Vergine con il Bambino è attualmente in mostra nella chiesa di Saint-Georges. Lo studente è tenuto a Badischelandes Museo di Karlsruhe, il bambino indiano è scomparso e le altre statue sono conservate nella Biblioteca umanistica da Colmar.

Questi diritti altari, con gradinate in scantinati stracolmi. L'altare aveva quattro colonne corinzie, trabeazioni e frontoni interrotto tappi curve e piegato. L'altare della Vergine Maria aveva una statua della Vergine con il Bambino in piedi, San Luigi Gonzaga e studente in ginocchio Santi Stanislao Kostka e Giovanni Berchmans in piedi e quattro angeli sul incoronazione. L'altare della Santa Croce ha rappresentato Cristo in croce, tra san Francesco Saverio e di un bambino indiano in ginocchio santi Francesco Borgia e Ignazio in piedi, san Francesco Saverio, sul letto di morte nella mensa dell'altare e lo stesso quattro angeli di incoronazione. Cristo sulla croce dall'altare di Santa Croce si trova un po 'di tempo fuori dopo il 1892 alla porta murata Sud navata, e nel portico della chiesa.
Pulpito

Il pulpito, in legno policromo, è realizzato nel 1733, secondo l'iconografia del gesuita Padre Ignazio Sainct Lo, ma lo scultore non è nota. Il Tetramorfo è rappresentato nel serbatoio - con il nome degli Evangelisti scritti su filatteri - e dei Padri della Chiesa nei suoi angoli (tre statuette vengono rubati, due durante l'ultima guerra e nel 1970, l'ultimo è conservato presso la canonica ). Allegorie dei quattro continenti decorano la tavola armonica e un palco con il beato Pietro Canisio istruendo S. Luigi Gonzaga è la porta che dà accesso alla scala. Molte scene raffigurano la vita di San Francesco Saverio. Sulla ringhiera, il santo ha un battezzato sulla spalla, fuori fuoco e battezzare i bambini. Sul serbatoio, offre un demone posseduto, presenta il Vangelo a un capo indiano, predicando al popolo dell'India e di nome dei poveri. Sul retro, accade in India e adorato la croce prima di due indiani. Il pulpito è un monumento nazionale dal 18 aprile 1974, in quanto applicabili.

Il piede e scanalate ciotola fonte battesimale anche sembrano risalgono al XVIII secolo, ma la base e il coperchio sono moderne.
Organi
Galleria d'organo

In primo organo, risalente al XVII secolo, è stata ceduta alla Chiesa di Marckolsheim nel 1698. Un secondo strumento è costruito nello stesso anno dal fratello Lai Ebersmunster4. Un terzo organo, apparso nel 1758, scomparso durante la rivoluzione. Fratello Roos, organista, gioca le danze e minuetti francesi, da lui sostenute l'ira di suo pubblico nel 1761. Un quarto strumento, il lavoro di Giuseppe e François Rabiny Callinet è installata nel 1808. Callinet sostituire i fratelli nel 1843 da un organo molto importante probabilmente perché con tre tastiere e quarantasei giochi, è quasi pari a quello di Masevaux.

Un organo meccanico, con 20-4 giochi oltre due manuali e pedale, installati nel 1892 da Martin Rinckenbach. Si svolge in un edificio neo-gotico quercia buffet, diretto da Klem officina Colmar secondo il progetto dell'architetto Charles Winkler. Incoronazioni, molto particolare, vengono arrotondati archi e cinque statuette di angeli dividono torrette gran buffet. Lo strumento è pneumatizzato nel 1910-1911 da Giuseppe Rinckenbach, figlio di Martin, come in Cernay e Thann5. Le autorità tedesche hanno ordinato la requisizione delle canne di facciata nel mese di aprile 1917. Le riparazioni vengono effettuate nel 1922 da Roethinger, sostituendo l'orologio, e nel 1938 con l'installazione di un relè pneumatico. Tirando record è elettrificata da Georges Schwenkedel nel 1952-1953, che cambia anche alcuni giochi. Suo figlio Curt svolge un lavoro nel 1967 e Guerriero di riparazione dello strumento nel 1977. Questo organo è ora silenzioso, dopo l'installazione di un organo elettronico anziché sulla console.
Coro organo

La galleria d'organo Rinckenbach non più utilizzato a partire dal 2001, quando la parrocchia intende immettere nel coro del vecchio organo casa-ospedale pensionamento Saint-Quirin, restaurato nel 2002 da Richard Dott6. L'edificio occupato da l'ospedale da Colmar era l'antico convento domenicano del Sylo, avendo preso rifugio nel 1254 dopo un incendio al loro convento. Un organo è stato installato lì nel 1701 dal fratello Lai Ebersmunster, proprio come la Chiesa di San Foy. Questo strumento ha dato modo nel 1750 di un organo di Johann Andreas Silbermann, conservata oggi in Sundhouse, a seguito di una mossa fatta da Joseph Bergäntzel nel 1793.

L'edificio è diventato il St. Quirin ospedale nel 1796 e ufficialmente nel 1807. Un harmonium è stato acquistato nel 1860 per la cappella, ma nel 1877, l'ospedale riceve un lascito di uno dei suoi ex residenti, signor Thouvenin, a condizione che una parte del denaro utilizzato per costruire un organo per la cappella. Lo strumento è controllato a un fattore locale, Matthaeus Moessmer, egli è probabilmente l'unico nuovo organo che construisit7 Completato nel 1880, lo strumento è stato progettato per essere collocato nello stand, ha una console separata e laterale. La casa Martin Rinckenbach Ammerschwihr fornisce probabilmente il tubo e mantiene lo strumento dopo 1883. Franz Kriess esegue una trasformazione nel 1909. Le autorità tedesche hanno ordinato la requisizione delle canne di facciata marzo 1917 e saranno sostituiti nel 1929 da tubi di zinco Kriess.
La chiesa di Sainte-Foy nel 1902.

Il Saint-Quirin non più adibita al culto, ospizi da Colmar donate nel 2000, l'organo - in cattive condizioni - la sagrestia della parrocchia di San Giorgio e San Foy. Entrambe le chiese sembrano avere argomenti per installare l'organo: Sainte-Foy presenta prospettiva libertà di spazio, mentre St. Georges è preferito per considerazioni estetiche. Ma l'incidente che ha reso inutilizzabili organo di Sainte-Foy ha deciso di sostituire il parroco, in attesa di riparazione, l'organo, restaurato la casa di Saint-Quirin. Dott. Richard, responsabile per il lavoro svolto, mentre la costruzione di un alloggio di una finestra anteriore della console di base e nuove meccaniche di inserire Moessmer l'organo nel coro. Il buffet, il rendering a colori è conservato, così come la maggior parte della Moessmer tubazioni. Una nuova facciata, di stagno, sostituisce i tubi intermedi 1929. A nove piedi materasso e fornendo tre file sono installati. Il nuovo organo è stato inaugurato il 27 settembre 2002 e si aspetta di vincere la chiesa gotica di San Giorgio, dove l'arredamento gotico dare di più.
Colorato
Monumenti funerari

La chiesa contiene numerosi monumenti risalenti al Medioevo al XIX secolo. La più antica, una lapide in pietra arenaria rosa con due ECU illeggibili a castello, risale alla metà del Medioevo. Una lapide spezzata di arenaria gialla Diellss sacerdote Jean-Baptiste, che morì nel 1784 all'età di 52 anni frammento ha un epitaffio inciso in latino. Un monumento gotico, attaccato al muro è composto da coniugi Sichler Ignazio e Anne Catherine Vallastre. Probabilmente scolpito nel 1830, è dedicato al parroco, François Antoine Schaal, morto 24 dicembre 1829. Giallo arenaria rossa, ha un epitaffio in tedesco e un bassorilievo, raffigurante Cristo che benedice i bambini.
Sagrestia

I mobili sacrestia, rovere, viene controllato dai Gesuiti nel 1751. Di foglie adornano il frontone e gesuiti armi sono riportati sulla fascia centrale superiore con una grande croce con Cristo. Una testa corvo scolpito di un uomo, risalente alla seconda metà del XII secolo, viene riutilizzato in sacrestia, costruita durante il restauro della fine del XIX secolo.
Goldsmith

Due tazze in argento, risalenti alla seconda metà del XVIII secolo, sono conservate nella chiesa. Decorato con motivi di roccia, che sono il segno distintivo di Strasburgo sul piede quadrato. Un terzo calice in argento dorato, decorato con ghirlande di uva, rose e grano, è il segno distintivo di Jacques-Henri Alberti, con sede a Strasburgo, e la lettera-data 1779. Un gruppo formato da un calice e un vassoio con ampolle è conservata nella sua scatola originale. Realizzato da Picard, è fatta dal argentiere François Hubert Martin, attivo a Parigi tra il 1830 e il 1862. Il segno distintivo, FHM, è visibile nella sezione, il falso taglio, il piede del calice, ma è illeggibile sulle ampolle e vassoio. Nella casella, gli stati etichetta: ". Bronze & Silver per le chiese, Picard, rue de Sèvres, 8, Parigi" Un calice e la patena sono realizzati da Eugene Braun di Strasburgo, nel corso del quarto trimestre del diciannovesimo secolo. Rame dorato e smalti, sono offerti dai loro parrocchiani parroco JM Mury, probabilmente nel 1895, per celebrare i suoi 50 anni di sacerdozio. Raffigurante la Vergine Maria, San Giuseppe, Cristo e San Foy, il calice è inscritto: Parocho Nostro JM MURY 17 Maggio 1845 to 1895.
Collegio dei Gesuiti

I gesuiti installati Sélestat dal 1615, ha aperto una scuola nel 1621, la richiesta di un terreno edificabile al magistrato. Si cerca di resistere, nonostante l'insistenza dell'arciduca Leopoldo, protettore dei Gesuiti. Il giudice ha acquistato due case nel 1623 e sta distruggendo la cappella, dedicata a San Giovanni Battista, di sviluppare una posizione cortile. Un edificio scolastico è stato costruito nel 1687 e, nel 1731, i Gesuiti vogliono costruire una scuola più grande. Chiedono autorizzazione del commissario, che rifiuta, ma una nuova domanda è stata accettata nel 1737. Design e specifiche sono preparate da Jean Martin Diringer, architetto municipale. Il piano viene rivisto nel 1740 e la costruzione iniziò due anni più tardi, dopo che l'ispettore capo di strade e ponti, François, ha esaminato il progetto e ha rivisto la stima. L'azienda Gallay Strasburgo è responsabile per murature, intonaci e coperture. La scuola è stata inaugurata 28 luglio 1745, quindi comprende tre aule al piano terra, quattro sul pavimento e un teatro al 2 ° piano. Il frontone del prospetto interno ha un timpano con pietre in attesa di una decorazione scolpita.

L'hotel ha chiuso nel 1765 durante l'espulsione dei Gesuiti. L'edificio ospiterà poi successivamente la corte 1791-1800 e il collegio comunale 1803-1806 e di nuovo la corte 1806-1870, poi gli insegnanti normali 1872-1921 e, infine, la scuola di amministrazione della città. Gli uffici dell'Agenzia nazionale per l'occupazione e la percezione sono attualmente ospitati. Il layout interno è completamente cambiato e risale solo la scalinata del XVIII secolo. La ringhiera in ferro battuto sarebbe, dopo Alexander Dorlan firmato dal fabbro Michael Schultz e datato 1743. Un campanile sul tetto aggiunto nel XIX secolo, viene rimosso nel XX secolo.
Il libro dei miracoli di San Foy

La tradizione medievale racconta la storia del martire e il miracolo di San Foy sono stati registrati in un libro dal titolo Il Libro dei Miracoli di S. Foy. Il priorato di Sainte-Foy da Colmar possedeva una copia risalente al XII secolo, scritto in minuscola carolina su pergamena. Il libro ha integrato biblioteca Rhenanus Beatus, grande umanista del XVI secolo, ha poi restituito alla biblioteca umanistica Sélestat.

 

 

Église Saint-Georges de Sélestat

La costruzione della chiesa (VIII - XV secolo)
L'edificio parrocchiale è stato menzionato per la prima volta nel secolo ottavo. Allora è una cappella battesimale, che si trova all'interno del palazzo imperiale costruito da Carlo Magno e l'imperatore avrebbe visitato durante Natale dell'anno 775. La chiesa si fonda sui resti di una grande rotonda, parzialmente rilasciato durante gli scavi nella cripta nel 1876 e 1902. La maggior parte della basilica, di stile gotico fiammeggiante, è stato costruito dai commercianti da Colmar, a pochi metri dalla chiesa romana. La costruzione della nuova chiesa - costruita su una pianta a croce latina con tre navate e transetto due opposti - partono da 1220 anni e continua ininterrottamente fino agli inizi del XV secolo, ma ci aggiunte successive. Le navate laterali della navata centrale sono state costruite nel corso del primo anno e di avere un portale esterno semicircolare a colonne. Un altro portale di questa campagna viene riutilizzata nella parete nord della massa anteriore. Il primo coro, con due absidi e transetto sono elevati al 1230. Le cappelle sono nei loro prospetti interni una festa champagne tra cui un corridore, sopra gli archi del primo livello in piedi indoor. La navata centrale è alta dal 1235, con i prospetti e volte con sei spicchi di stile borgognone.
Il fronte ovest - con cinque campate - è alta nei primi anni del XIV secolo. Allo stesso modo, la torre ovest, si sormontata da un ottagono pinnacoli, è datato al XIV secolo, anche se il lavoro viene interrotto durante questo secolo. Nel asse della torre è una porta di mezzo. La costruzione del grande coro con tre sezioni inizia alla fine del Trecento. Prende il posto di un abside con solo due cappelle sono conservate. Tre architetti coinvolti in questo lavoro. Il primo è Giovanni Obrecht, sindaco nel 1401 e il secondo è Matthis, tra il 1400 e il 1410. Ma il più famoso è il terzo, Erhart Kindelin, che probabilmente ha fatto le tre campate dell'abside tra il 1415 e il 1422. La costruzione della torre continuato durante il pontile XV secolo e un elevato nel 1489 e 1490 da Conrad Sifer, ma fu distrutta durante la Rivoluzione del 1789. Una porta è trafitto nel XV secolo sulla parete nord del transetto. Il timpano a sesto acuto appare arredamento bastoni intagliati. Un rilievo scolpito sul retro è il velo della Veronica in rilievo, con scolpiti i chiodi e del Volto Santo. Questo rilievo, monumento storico dal 16 Marzo 1848 in edificio potrebbe anche essere opera di Conrad Sifer. Una scala sale al culmine della navata è datato 1615, il nome di Stéphane Exstel e il suo marchio di hack. Molte marche di mod sono raccolti anche in tutto l'edificio.
Sotto la direzione di Antoine Ringeisen (1811-1889), architetto del quartiere da Colmar a 1.840-18.882, importante lavoro di restauro è intrapreso 1847-1865 con la riqualificazione del coro e la torre di attraversamento, e che 1922-1924. La presenza di epitaffi umanisti sélestadiens è poi scoperto nel nartece, come Beatus Rhenanus - senza madre presto, sarà alto dal sacerdote Reinhart Kegler, cappellano presso l'altare della chiesa di S. Caterina zio di San Giorgio che erediterà il suo intero Fortune3-, Jacques Wimpfeling o Crato Hofmann. La chiesa è elencata come monumento storico dal decreto del 16 marzo 1848. Tutto ammontano intorno 65m4.
Portali
Un primo cancello, risalente alla seconda metà del XIII secolo, questo cerniere medievali ancora visibili. Il timpano, a sesto acuto è scolpita nel 1844 da Emile Sichler, scultore Selestat. L'Adorazione dei Magi è rappresentata sul timpano, e foglie di quercia e viti sono scolpite sui capitelli delle colonne. Una seconda porta, l'inizio della campagna della navata, a 1220-1230. Le porte e le cerniere sono medievali. L'arco pennacchio, eseguito da Sichler rappresenta il pasto a Simon. Foglie di vite, uva e un serpente decorano le pastiglie della porta. I capitelli sono tra parentesi. Un terzo portale, romanico, deriva probabilmente dalla navata e transetto, costruito nel XIII secolo. Probabilmente è spostato in questa posizione in un secondo momento sconosciuta. Foglie e cerniere medievali sono visibili, così come i marchi mod. Il timpano, semicircolare, è decorato con una decorazione scolpita a bassorilievo raffigurante foglie di quercia e viti, oltre ad essere fantastico, accovacciata sulle pastiglie. Un quarto portale è realizzato intorno al 1320, il cui timpano ad arco spezzato, la strombatura e l'arco sono decorate con sculture, in sostituzione di quelle distrutte durante la Rivoluzione, da Sichler nel 1847. Una prima bozza del timpano mantenuto Cristo sul Monte degli Ulivi, ma è sostituito dal Ascensione. Le foglie vengono sostituiti nel 1847, su disegno di Antoine Ringeisen città architetto. Sembra anche San Michele, San Giorgio, la risurrezione del figlio della vedova, la Samaritana al pozzo, la moneta del tributo, i pani, e Gesù la guarigione e benedizione dei bambini. Un quinto cancello, posto sul fronte ovest, è fatto intorno al 1320. Il timpano è sostituito dal Sichler e foglie di quercia del XV secolo sono stati modificati nel 1844, dopo un Rivaud disegno, architetto della città. Arco a sesto acuto, è la Pentecoste.
La porta principale della chiesa, con un timpano scolpito, risale probabilmente alla fine del XV secolo. Potrebbe essere l'opera di Conrad Sifer o alla sua bottega, che è l'autore della galleria dal 1490. In effetti, lo stile è molto simile impianto ornamenti rimane del pontile, conservato alla biblioteca umanistica. Il rovescio del timpano è scolpita con un Volto Santo.
Keystones
Le chiavi di volta di diverse navi della chiesa, in pietra arenaria scolpiti e dipinti policromi, risalente al XIII secolo al XV secolo: quelli del transetto e la navata sono del secolo XIII e XIV secolo, quelli della cripta e coro del XV secolo. La loro pittura è stata restaurata nel 1859 da François Antoine Denecken, come in origine, vale a dire, su sfondo rosso e blu con ornamenti fogliame dorato. Diverse chiavi di volta sono decorate con simboli di Tetramorfo, Cristo, l'Agnello di Dio, fogliame, foglie di quercia e viti, S. Giovanni Battista, S. Agnese, un contadino, l'Incoronazione della Beata Vergine del Cristo Risorto, così come un re e di una spada.
Tendoni
I capitelli delle batterie archi e volte a vela della navata centrale e la data massiccia precedente al XIII secolo e XIV secolo, quelle del transetto del XIII secolo, e quello della data di coro del XV secolo. Alcuni capitelli sono decorate con cesti e foglie. Quelli delle cappelle del transetto sono dipinte e dorate. Si può vedere una testa umana ghignante su un capitale della navata centrale.
Arredi interni
Statue
La chiesa ospita anche una serie di statue, eseguite dal XVII secolo al XIX secolo.
Lavora J.L. Meyer
Una statua della Vergine con il Bambino dalla pala della Madonna della chiesa di Sainte-Foy, eretto nel 1730 dai Gesuiti. Egli è uno scultore Jean Leonard Meyer, istituito Sélestat dal 1719. L'altare è distrutto dal 1892, ma molte statue sono state conservate e sono esposti alla biblioteca umanistica città. La statua, in legno intagliato, dipinto in policromia e doratura presentare Gesù Bambino e un angelo scolpito nella massa.
Opere A.C. Vallastre-Sichler
Il controllo passa parrocchia di diverse statue tra il 1829 e il 1833 a Anne-Catherine Vallastre Sichler, moglie di Ignazio Sichler. Dirige un gruppo scultoreo inclusa l'educazione della Vergine Santissima. Sant'Anna e la Vergine Maria sono scolpite in due pezzi di legno. Offre anche una statua di San Vincenzo de 'Paoli, che porta un bambino in braccio. Il dipinto è fatto da Stumpff e restaurato da Arthur Graff nel 1969 e ripreso nel 1975 da Schindhelm.
Mi funziona. Dock
Un gruppo di sei statue è stato scolpito da Eugenio Dock Strasburgo (1827-1890). Scolpito in arenaria rosa rappresentano San Giorgio, San Nicolas, St. Paul, S. Pietro, S. Agnese e S. Caterina.
Opere di autori sconosciuti
Una Pietà del XVIII secolo, reverse intagliato e scavato policroma dipinta, rappresenta la Vergine e di Cristo scolpito dallo stesso pezzo di legno. Una statua di Cristo presentato a Ponzio Pilato intagliato dipinto e legno dorato, chiamato Ecce Homo, risale alla seconda metà del XIX secolo. Due statue dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, probabilmente risalgono al XVIII secolo. Provengono da altari altari laterali sono dedicati a loro, attestate nel XVIII secolo. La statua di St. Paul è probabilmente alterato, perché il trattamento delle pieghe del suo abbigliamento è molto diversa da quella di San Pietro. La mano destra di S. Pietro viene ripristinato dopo il 1970.
Due intagliate statue lignee policrome, rappresentanti del Sacro Cuore di Cristo e della Vergine Maria, risalente alla seconda metà del XIX secolo. Formare in origine un complesso, essi sono ora presentati in due posti diversi. Un gruppo di tre statue dei Padri della Chiesa - quella di San Girolamo scomparso - probabilmente risale alla fine del XVII o XVIII secolo. Potrebbero venire dal nuovo altare è allestito nella chiesa nel 1683 e 1684. Ciò ha incluso le statue colossali di un poster, disegnato da Franz Hauser e anche citato da Geny alla fine del XVIII secolo.
Altari
Un altare in pietra arenaria grigia con pala d'altare è in esecuzione su progetto dell'architetto Mattia Ringeisen Ieu imprenditore di lavori pubblici a Strasburgo nel 1861 e 1862. Le statue nel baldacchino rappresentano Re David che suona l'arpa, e il sacrificio di Isacco. Un secondo altare simile, l'altare è andato, si trova nell'abside meridionale.
Pulpiti
Il Saint-Georges dispone di due sedie. La prima pietra arenaria grigia dipinta policroma è in stile barocco. Lavoro completato da 1619 da Girolamo (Hieronymus) Kruch scultore di Colmar che ha messo il suo marchio e le iniziali sul fondo della vasca, è supportato dalle statue di Sansone - indossa la pelle di leone e la mascella di asino è posto ai suoi piedi - San Pietro e St. Paul. S. Matilde di Magdeburgo è in cima alla rampa, mentre molti animali scolpiti a rilievo decorano la rampa - gallo, cane, coniglio, cinghiale, volpe, gatto, asino, topo, lupo, rana, lucertola, ratto o lumaca. Allegorie della fede e la speranza sono presenti sulla dorsale, così come teste di cherubini e pergamene sulle colonne e il serbatoio. La sedia è in fase di restauro nel 1813 da Joseph Jenni, poi Ignazio Sichler Vallastre e sua moglie Caterina nel 1845, sotto la direzione di Antoine Ringeisen architetto del quartiere. Hanno poi eseguire le statuette della vasca, così come la tavola armonica. Quattro statue raffiguranti i padri della chiesa - quella di San Girolamo scomparso - vengono aggiunti alla metà del XVIII secolo, lungo la ringhiera. Le statue di S. Agostino, S. Ambrogio di Milano e di San Gregorio Magno sono ora al sicuro nelle nicchie del coro.
La seconda sedia, scolpito in legno policromo, risale al 1733. Entrambi sono classificati come monumenti storici dal 18 aprile 1974 con gli oggetti.
Organo
La facciata di stile gotico.
L'organo di Johann Andreas Silbermann si trova già nella chiesa è stato trasferito alla chiesa dei Domenicani di Colmar nel 1896. Egli è stato sostituito nel 1896 da uno strumento Rinckenbach Martin (1834-1917), in un buffet Teofilo Klem, che gestisce anche la ringhiera della piattaforma. E 'un organo a cinque facce piane e due torrette. Un nuovo stagno facciata installato nel 1924, ma l'organo è danneggiato dai bombardamenti nel 1944. È oggetto di un restauro e un cambiamento nella sua composizione Schwenkedel, poi nel 1975 una revisione e di trasformazione di Alfred Kern. La ringhiera appare braccia della città da Colmar.
Tabelle
Diversi tavoli sono conservate nella chiesa parrocchiale. Il primo, del 1789 e l'opera di Johann Joseph Fesch - nessun lavoro di questo pittore è stato indicizzato, ma il suo nome sembra di origine Basilea - è un Compianto. E 'firmato da Johann Joseph Fesch Inv. e Pinx. 1789. Un secondo dipinto, risalente al 1836, è opera di Pierre-Adolphe Baudin. Acquistato alla mostra nel 1836 da parte del governo, si è offerto alla città da Colmar attraverso il suo vice, il barone Hallez e trasportato nel 1844. Il dipinto raffigura Saint-Germain l'Auxerrois che bloccano la strada ai barbari Eocharich. Una terza opera, diretta da Georges Antoine Violino, viene offerta alla parrocchia di San Giorgio poco prima della sua morte, avvenuta nel 1830. Nato a Sélestat nel 1765, ha trascorso parte della sua carriera in Gran Bretagna. Il suo tavolo è una rappresentazione dell'Ultima Cena. Un quarto quadro, dipinto da Emile Renard (1850-1930) nel 1887, raffigura il Battesimo di Cristo di Giovanni Battista.
Dipinti
La chiesa di San Giorgio ha molte opere eccezionali. Uno di loro, che probabilmente risale alla seconda metà del XV secolo, è stato scoperto nel 1860 da Ringeisen durante i lavori di restauro dell'edificio. E 'stato restaurato nel 1979 da officina Arcoa. Dipinta calce, è il miracolo della impiccato dipendeva attribuito a S. Jacques le Majeur, in quattro fasi: Fase dell'albergo nasconde una coppa nel sacco di pellegrini pelo, luogo del ritrovamento del calice davanti agli occhi attoniti dei pellegrini appeso il figlio di pellegrini in salvo da St. Jacques, l'albergatore è pescato festeggiare il suo furto da pellegrini e risorto figlio. Nei pennacchi sopra la baia, due busti di uomini sembrano commentare la scena. Una iscrizione è parzialmente leggibile sopra l'arco.
Altri due murales riprendono il tema della Crocifissione del Signore, solo il numero di caratteri, ai piedi della variante di Santa Croce. Molto probabilmente al XIV secolo dopo il loro stile, si trovano nel lavoro intrapreso da Ringeisen nel 1860 fare una dichiarazione, poi restaurato nel 1865 e 1970. Sud registro inferiore è di tre santi e la pittura del Nord raffigura la Vergine Maria, San Giovanni, San Giovanni Battista e quattro santi. Dipingere la nicchia Nord è un monumento nazionale dal 18 Agosto 1974 in Elemento. Un altro dipinto, risalenti anche al XIV secolo, raffigurante Cristo in croce tra la Vergine, San Giovanni, San Pietro e St. Paul, sopra un fregio di santi. Si è anche classificato come monumento storico dal 1974.
Colorato
Il santuario coro vetro ha sette campate e ha ancora parti importanti realizzati tra il 1430 e il 1460. L'ingresso principale alla chiesa, a sud del nartece, ha un rosone che rappresenta la Decapoli. Gli undici finestre contemporanee delle navate laterali sono opera di François Chapuis, risalente al 1986.
Vita di S. Agnese
Un baldacchino, dal terzo quarto del XV secolo, questa agiografia di S. Agnese. È completato nel 1968 da Max Ingrand: sette su quindici scene sono originali - Sant'Agnese ha incontrato il figlio del proconsole, offrendogli oro, è disprezzato e malato, un angelo porta un indumento di Agnes nudo il figlio del proconsole è strangolato dai demoni, Agnes giudizio, sepoltura - e alcuni segni di decorazione architettonica. I vecchi segnali vengono assegnati al master di Friburgo, che produce finestre per la cattedrale di questa città e di Urach. Lui è un socio di Peter Hemmel intorno al 1480. Una testata lancetta attribuibile al vetro, è nelle riserve di Musee de l'Oeuvre Notre-Dame di Strasburgo.
Bancarelle
Bancarelle, scolpite in legno di rovere, sono tra 16-8 su ogni parete, con un passaggio centrale - Giocate con forati e decorazioni gotiche. Anche se fino ad oggi al XV secolo, sono probabilmente opera di Teofilo Klem, che è pagato 3000 franchi per il suo restauro nel 1862. Il mobile non sembra aver conservato i resti di una precedente incarnazione. Le bancarelle anche nascondere affreschi dal Medioevo, fotografato durante il restauro. I braccioli sono scolpite teste umane ed animali e piante sono indicati giocato.
Monumenti funerari
Un sarcofago in pietra arenaria scolpita, risalente al XI secolo e XII secolo, è conservata nella chiesa. Di origine sconosciuta e in rovina - il suo coperchio a cupola è divisa in due parti - ha strisce sul serbatoio e una croce si vede sulla copertina. La chiesa contiene anche la tomba del professor H. Berchu, sollevò alla sua memoria dai suoi studenti a Sud Cimitero Colmar, ora scomparso. Scolpita da Sichler Germain nel 1867, è stato trasportato in Piazza St. Georges. In cattive condizioni, è un monumento con una pietra imitazione di base, in cui uno studente è sdraiato, sormontato da una piramide tronca. Un bambino che giace disegna un esagono ed i suoi lati sono posti un retino per farfalle, e libri.
Sagrestia
La chiesa di San Giorgio al 1900.
I mobili sacrestia, intagliati in legno di rovere, risalente alla seconda metà del XIX secolo. E 'decorato in altorilievo e bassorilievo, in stile gotico.
Goldsmith
Lavora J.F. Kirstein
Un inciso calice in argento risalente al IV trimestre del XVIII secolo, è conservata nella chiesa. Indossa un marchio di garanzia, potrebbe essere quella di Jacques Frédéric Kirstein (1765-1838), maestro istituito 17955 K con due ciliegie. Il segno distintivo della città di Strasburgo è stato rimosso nel 1798, che ponga la data di produzione tra il 1795 e il 1798. Il ciborio è ritagliata decorazioni, come il monogramma di Cristo, IHS, il fogliame, una corona di fiori, e il simbolo del triangolo della Santissima Trinità.
Opere J.C. Notebook
Un ostensorio in argento dorato e una croce-reliquiario sono acquistati dalla parrocchia da Colmar nel 1807 l'orafo parigino Jean-Charles Cahier (1772-1849), marchio di garanzia, garanzia e primo grande come Parigi tra il 1798 e il 1809 e punch Associazione Orafi di Parigi. Esercita dal 1801 alla sua morte nel 1849 a 34, quai des Goldsmiths, prima di dare il via al suo allievo e successore, Poussielgue Rusand. E 'sotto la Restaurazione sembra l'inizio di un profondo rinnovamento con la riscoperta degli stili del passato, tra cui quelli del Rinascimento e il Medioevo. Specification illustra questa tendenza. Molto vicino a Luigi XVIII e Carlo X, la sua reputazione è rafforzata dalla disposizione di grandi carichi e protezione al massimo livello 6.
Riccamente decorato, la croce mostra i simboli degli Evangelisti Sante del piedistallo di supporto, gli strumenti della Passione e un cuore che brucia sul piedistallo, e gli angeli tra le nuvole alla base della croce con un serpente. L'ostensorio è decorato con i simboli degli Evangelisti Sante del piedistallo di supporto, l'Ultima Cena e il busto della Vergine Maria sul piedistallo, steli di grano e uva sui lati, e un agnello il libro dei sette sigilli e angeli sulle nuvole con gloria.
Lavora F.T. Lang
Un calice in argento sbalzato, dorato, intagliato e forato, risalente alla metà del XVIII secolo, opera di Franz Lang Taddeo, orafo in Augsburg 1719-1773 - il segno distintivo della città non può essere situato in un anno accurata. Taglio, non perforata, probabilmente restaurato da medaglioni strumenti della Passione hanno una tecnica diversa. I medaglioni sul piede sono S. Agostino, S. Antonio di Padova, S. Chiara, e quelli sul taglio di St. Nicolas, una croce e una scala, e una lancia e una spugna.
Saline J.D.
Un calice, tè e ampolle sono opera di Jean David Salt, un orafo in Augsburg tra il 1693 e il 1724, data a partire dalla fine del XVII e XVIII secolo. Lettera del pugno Augsburg sarebbe quella del 1716. Questi pezzi eccezionali, probabilmente provenivano da un convento, le cui braccia non sono identificati, ma falsamente identificati con quelli della Badia Ebersmunster. Il vassoio e le ampolle erano già nella chiesa di San Giorgio nel 1856, e nel XIX secolo, il calice è stato tenuto nella chiesa Sainte-Foy. Il vassoio non punzone. Il calice ha i medaglioni piede nella Incoronazione della Vergine, San Benedetto, Santa Cristina con due frecce sugli angeli di taglio in medaglioni. Tra i medaglioni, putti portando cesti di fiori, e le chiavi, un castello e due santuari e una stella sono incisi sul piede. I Padri della Chiesa sono rappresentati in medaglioni sul plateau, con putti e un castello. Burette hanno motivi per Berain. Il tutto è un monumento storico dal 25 luglio 1978 in quanto applicabili.
Opere di autori sconosciuti
Un calice e la patena, argento sbalzato, dorato, risale al 1763. Il segno distintivo, hallmarked in modanature sotto i piedi è illeggibile. Il pugno di Strasburgo è identificabile, così come la lettera sulla patena, M, vale a dire 1763. Una croce processionale in legno intagliato e policromo dipinto di autore ignoto, risale al XVIII secolo.
Paramenti liturgici
La parrocchia ha una serie di paramenti sacri, tra cui la casula, ha rubato la maniglia e la borsa corporali. Questo set sarebbe venuto dopo Dorlan l'Abbazia e risale al XVIII secolo Murbach, anche se non cita le sue fonti. Inoltre, né lo stile di disegni da ricamo o ricamati non corrispondono questo presupposto, ed è probabile che, piuttosto ornamenti risalenti al primo quarto del XIX secolo. Seta, sono decorate con spighe di foglie di vite, mantovana, così come cestini.
Fuori
Orologio
L'orologio monumentale, originariamente situato al di sopra della facciata ovest della chiesa, sulla facciata sud, è stato costruito da Jean-Baptiste Schwilgué di 1.822-18.257. L'orologio è di tipo monumentale come Schwilgué realizzato in una dozzina. Questo orologio è stato motorizzato nel 1955 e sostituito (a causa di un malfunzionamento, dopo i cambiamenti del 1955) nel 1962. E 'stato restaurato nel 1996, ma non nella sua condizione originale. L'orologio da Colmar ha caratteristiche specifiche del lavoro di Schwilgué, tra cui la struttura gotica del movimento e l'uso di colonne di acciaio, con capitelli e basi di bronzo. Il quadrante era originariamente situato nel timpano triangolare della chiesa.
Prima del restauro, l'orologio è stato il seguente: è stato posto su una base di legno, la facciata è stata dipinta in finto marmo. La struttura sinistra dell'orologio caratterizza il meccanismo sorprendenti ore, con un quadrante graduato da 1 a 12. Il meccanismo della suoneria quarti d'ora era giusto, con una scala graduata di I a IV. Una scritta su uno sfondo nero con lettere d'oro sono stati letti nella facciata anteriore della base: Schlestatt Eseguito sotto l'amministrazione del barone Amey ritirò tenente generale, comandante del Real Ordine della Legion d'Onore, Cavaliere St. Louis sindaco Roesch, Cavaliere dell'Ordine Reale della Legion d'Onore, Vice Reeve Mourche, arciprete e rettore. MDCCCXXV (targa recante l'iscrizione è stato perso al momento del restauro effettuato dalla società Sonorest Colmar). L'orologio è un monumento nazionale dal 5 Agosto 1994 in Elemento.
Dal 1996 al 2010, l'orologio è stato esposto all'ingresso dell'ufficio turistico da sala Colmar. Nel 2010, è stata trasferita agli archivi comunali da Colmar. Va notato che gran parte del movimento del treno e l'intero orologio, data di ristrutturazione, non Schwilgué.
Calvario
Una croce monumentale è alto nel 1817, alla chiusura del vecchio cimitero che circonda la chiesa. Scolpite in pietra arenaria gialla, ha una scritta in tedesco, così come scenario del cranio, le ossa e la ghirlanda.

 

 

OTTROTT  Monastero di Mont Sainte-Odile

Mont Sainte Odile, che domina la pianura alsaziana, fu per secoli sede di un importante monastero. Oggi trasformato in hotel, questo luogo religioso un tempo dedicato a Sant'Ottilia, patrona d'Alsazia, è frequentato da numerosi pellegrini anche ai giorni nostri. Mont Sainte Odile accoglie tuttavia anche moltissimi visitatori non credenti, ma semplicemente desiderosi di ammirare l'ambiente naturale e boschivo dei dintorni. Gli appassionati di trekking possono avventurarsi nei sentieri segnati, andando a scoprire il Muro Pagano, costruito intorno all'anno 1000 a. C., le cui origini sono oggetto di innumerevoli speculazioni mistiche!

Mont Saint Odile è un santuario spirituale molto amato dal popolo alsaziano.
Seconda solo alla Cattedrale di Strasburgo come emblema della Chiesa cattolica di Alsazia, Mont Saint Odile è di proprietà della chiesa di Strasburgo dal 1853. Questo luogo pubblico di culto incarna la personalità giuridica della diocesi di Strasburgo.
Qui i visitatori troveranno un team di gestione, una comunità di suore, il personale aiuta in vari modi, i gruppi di credenti che vengono settimana dopo settimana da diverse parti d'Alsazia, tutti pronti a dare loro il benvenuto 365 giorni all'anno.
La gente viene a questa impostazione monastica per meditare o pregare, come pellegrini o turisti, di soggiornare in hotel, mangiare, imparare e aggiornare i loro spiriti.
Mont St. Odile vi stupirà con le sue straordinarie vedute e il suo ambiente naturale e archeologico eccezionale, con sentieri segnalati per gli escursionisti, i luoghi che invitano alla meditazione e zone riservate per i seminari, il tutto in un'atmosfera conviviale.
La tua visita sarà l'occasione per scoprire la tradizione spirituale cattolica e la sua vitalità moderna, di guardare dentro il vostro cuore e di incontrare altre persone e gruppi con i quali scambiare opinioni, condividere, pregare e celebrare.
Bambini, giovani, adulti, anziani, persone con disabilità, sia credenti o meno, sono tutti benvenuti qui, in linea con la tradizione di ospitalità di St Odile e le sue sorelle.
Amici che leggono queste righe, benvenuto a Mont St Odile, che sia per un'ora, un giorno o una settimana.
Maggio St Odile, patrona dell'Alsazia, fonte di luce per ciascuno di noi, apri gli occhi e lasciare che si vede la fede cristiana e del Vangelo all'opera nel mondo intorno a voi.
A Strasburgo + Joseph Doré, arcivescovo di Strasburgo + Christian KRATZ, Vescovo ausiliare + Jean-Pierre Grallet, vescovo ausiliare, Consiglio Episcopale, il Consiglio di Gestione di Mont St Odile
Indirizzo: Archevêché de Strasbourg, 16 Rue Brulée, 67081 STRASBURGO
A Mont St Odile, padre Daniel Perrin, direttore, Padre Girolamo HESS, Vice Direttore, la Comunità delle Suore della Croce e il personale.

 

 

OBERNAI

Situato nel cuore dell'Alsazia, ai piedi del Mont Sainte Odile, Obernai è un piccolo raro esempio di città alsaziana ad aver conservato il suo arredamento di un tempo con le sue mura, torri fortificate, le case medievali e numerosi angoli pittoreschi. La città è davvero bella, non si può perdere.

Un po 'di storia

Crocevia Romano e Merovingia Villa Reale "Ehenheim" è menzionato per la prima volta nel 778, e nel 1242 nominato Oberehnheim. Si presume che la città era dei Duchi di Alsazia e i monasteri Hohenbourg (ora Mont Sainte-Odile) e Niedermunster, due conventi fondati da Sainte-Odile e suo padre. La città prospera a quel momento e per difendersi contro l'avidità, è diventata membro della Decapoli nel 1354, campionato di supporto dieci città imperiali dell'Alsazia. Il XVI secolo fu l'età d'oro della obernois swing. Artigianato e viticoltura (esportazione) avranno successo.

Mentre la Guerra dei Trent'anni devasta l’Alsazia, Obernai è occupata dagli Imperiali, poi dagli svedesi. La città è riscattata e ceduta alla Francia nel 1679. Dopo questo periodo, Obernai trova una buona prosperità, ma senza trovare la sua forza. Obernai è collegata, come il resto della Alsazia, alla Germania fino al 1871 prima di tornare alla Francia nel 1918.

 

Abbiamo messo in conto anche la visita alla località successiva, vedremo se riusciremo a visitarla.

 

BADEN BADEN

 

Questa città l'abbiamo messa in conto, ma dubito che la potremo visitare.

La bella cittadina di Baden-Baden, in Germania, è situata nel distretto regionale del Baden-Württemberg occidentale, nei pressi della Foresta Nera settentrionale e nella vallata del fiume Oos, nota anche per la caratteristica regione coltivata a vigneti. La località è uno dei resort più conosciuti e d'alta classe del Paese. Oggi come in passato qui vengono tenute importanti Conferenze internazionali, luogo di incontro per statisti e ricchi e famosi. Ma non solo. Un clima particolarmente mite e la vasta gamma di intrattenimenti, tra cui il famoso casinò, contribuiscono alla fama della località. Nota per le sue terme e lo splendido paesaggio, ha attirato per secoli la grande aristocrazia e tantissimi esponenti della classe politica ed artistica europea, dalla regina Vittoria a Vanderbilt, da Bismarck a Brahms e Berlioz.

Ad attrarre non erano solo le sue acque minerali e curative, conosciute fin dall'antica Roma, ma anche il casinò. I romani che amavano i benefici delle acque termali,  trovarono che anche Baden Baden, nel cuore della grande Foresta Nera, era circondata da un gruppo di colli, come l'Urbe. L'imperatore Caracalla spesso vi soggiornava per curare i suoi reumatismi. Nel XVIII secolo la località si sviluppò intorno a importanti infrastrutture, gli hotel di lusso, il casinò, la Kurhaus Baden-Baden (l'edificio costruito dall'architetto Friedrich Weinbrenner) e un importante circuito ippico di livello internazionale. Nel dopoguerra la cittadina divenne sede di un importante canale radiofonico, il Südwestfunk (ancora oggi in attività), grazie alla quale nel 1992 le venne conferito il Deutscher Medienpreis (premio mediatico tedesco).

Oggi, la città è la regina di tutti i centri termali della Germania, capace di offrire al visitatore ambienti ed atmosfere uniche: splendide ville palatine, parchi, eleganti viali alberati, giardini, hotel di lusso ed economici e ottimi ristoranti. Sofisticata e allo stesso tempo rilassata, si presenta al visitatore con spirito elegante e giovanile, offrendo un paesaggio urbano tipico del periodo Belle Époque. La clientela può essere cambiata nel corso del tempo, ma Baden-Baden evoca ancora un'aura del XIX secolo, combinata con i comfort più moderni.

La località è scelta ideale per lo sport e gli amanti dell'outdoor. Golf, tennis, equitazione sono tutti molti diffusi. Gli amanti delle corse a cavallo potranno godere della stagione internazionale di gare, a Iffezheim Track. La campagna circostante è invece adatta per il trekking e l'alpinismo. Durante l'inverno, Baden-Baden diventa anche centro adatta per il dopo sci: dopo una giornata sulle piste, è possibile tornare ad una rilassante nuotata in una piscina termale e una serata al casinò. Momenti splendidi di puro relax.

La cittadina si stringe attorno al Lichtentaler Allee, il parco lungo la riva del fiume Oosbach (affettuosamente chiamato Oos), che scorre attraverso il suo centro urbano. Durante la passeggiata, si rimane stupiti dalla varietà di arbusti e alberi esotici e anche di rododendri, azalee e rose. Alla fine del parco, a nord, sulle rive del torrente, troviamo gli edifici del Kurgarten, compreso il classico Kurhaus, usato come un complesso di intrattenimento. Le terme di Caracalla sono state recentemente ampliate con l'aggiunta di varie strutture e piscine. Si può decidere la temperatura del bagno che si desidera effettuare. Il trattamento curativo comprende fanghi, massaggi e idromassaggi. L'acqua, leggermente radioattiva, è ricca di cloruro di sodio e proveniente da pozzi artesiani posti a 1.800 metri di profondità. Le antiche rovine dei bagni romani (Römische Badruinen) sono invece adiacenti al parcheggio sotterraneo, sotto Römerplatz.

Friedrichsbad è un altro luogo dedicato alla cultura dei tradizionali bagni termali, costruito nel 1877, con statue e rivestimenti decorativi, si compone di una piscina circolare centrale in una sala ornata a cupola. In questo ambiente elegante, il bagno romano-irlandese (Römisch-Irisches Bad) è tutto un programma di calore, massaggi, vapore e acqua per disintossicarsi e ringiovanire lo spirito.

Il Casinò Spielbank (situato al civico 1 Kaiserallee) è aperto tutto l'anno, ed è il più antico della Germania, famoso da ben più di 200 anni. Si dice che Dostoevskij abbia scritto “Il giocatore” dopo aver perso la camicia, e quasi la sua mente, ai tavoli dello storico edificio. Le camere sono state progettate nello stile di un elegante castello francese. Giacca e cravatta per gli uomini sono obbligatorie, come i vestiti da sera per le donne. Per entrare durante le ore di gioco, è necessario possedere un passaporto valido o carta d'identità e avere almeno 21 anni.

Il vero simbolo della cittadina è anche costituito dalla Trinkhalle (la sala delle acque), ospitata nei giardini del centro termale, dove i visitatori possono sorseggiare l'acqua. La loggia della sala è decorata con affreschi raffiguranti leggende della Foresta Nera. Le millenarie sorgenti di Baden-Baden possiedono la stessa originaria composizione di quando furono scoperte dai Romani nel III secolo.

Da non perdere è anche il Festspielhaus Baden-Baden (il Festival Teatro di Baden-Baden), la sala concerti d'Opera più grande della Germania, con 2500 posti a sedere. Inaugurata il 18 aprile 1998, e disegnata da Wilhelm Holzbauer, l'architettura del nuovo edificio incorpora l'ex stazione ferroviaria della città, oggi sala per la vendita dei biglietti e il ristorante Festspielhaus "Aida".

Gli amanti dello shopping si potranno dirigere verso la zona pedonale di Sophienstrasse e Gernsbacher Strasse, strade ricche di boutique di lusso, tra le più costose in Germania. Alle signore si consigliano i negozi di Escada Boutique (Sophienstrasse 18), il Münchner Moden (sulla Lichtentalerstrasse 13), dove trovare, in base alla stagione, i loden di lana e le sete austriache e bavaresi, o i freschi lini e cotoni. Ai signori si consiglia il negozio Herrenkommode (Sophienstrasse 16).

Baden-Baden è situata in una posizione ideale per gite di un giorno nella Foresta Nera. Altre città facilmente raggiungibili sono Friburgo, Strasburgo e Stoccarda.

 

 

Quarto e quinto giorno

STRASBURGO

Quando si dice Strasburgo (dal latino Strate Burgum, letteralmente "la città delle strade") si pensa subito al Parlamento Europeo e al Consiglio d'Europa, ma la bella città del Basso Reno, crocevia dell' Europa continentale, non è "semplicemente" la capitale politica d'Europa: è una vivace città culturale ed universitaria, cosmopolita ed aperta, ma al contempo dotata di una forte identità nazionale ed orgogliosa delle proprie antichissime tradizioni.

INFORMAZIONI GENERALI:

  • - Dipartimento: Basso Reno

  • - Arrondissement: Strasburgo-Città

  • - Popolazione: 272.123 ab. (aggiornato al 2007).

  • - Superficie: 78,27 km²

  • - Densità: 3.477 ab./km²

  • - Altitudine: 143 m s.l.m.

  • - CAP: 67000, 67100, 67200

  • - Pref. telefonico: 0033 (prefisso per la Francia), + 88 (prefisso di Strasburgo)

  • - Numero unico di emergenza: 112

Come Muoversi

 IN AUTO:
Strasburgo, come tutte le città europee, deve fare i conti con i problemi legati al
traffico ed ai parcheggi.

Questi ultimi però sono molti e, soprattutto ben organizzati e gestiti dalla società PARCUS.

Nelle zone periferiche della città si può usufruire dei "Relais-Tram", ossia parcheggi d'intercambio situati in prossimità delle fermate dei tram che permettono di posteggiare l'auto e di raggiungere i centro in pochi minuti.

Per informazioni:
PARCUS
Société des parkings de la Communauté Urbaine de Strasbourg
55 rue du Marché Gare
67200 Strasbourg
Tel: 03 88 30 67 75.
Sito internet: www.parcus.com

BUS E TRAM:
Il trasporto pubblico di Strasburgo, capillare ed efficiente, può contare su 29 linee di autobus e 5 linee di tram.

La rete di trasporto è gestita dalla CTS (Compagnie de Transports Strasbourgeois).
Esistono diverse tipologie di
biglietto e di abbonamenti.

 Per informazioni:
CTS
14 rue de la Gare-aux-Marchandises - 67200 STRASBOURG
Tel : 03 88 77 70 70
Sito internet: www.cts-strasbourg.fr

 IN TAXI:
Se avete bisogno di un taxi potete chiamare TAXI 13 al numero: 03.88.36.13.13.

Cosa Vedere

La città di Strasburgo è una meta piacevole per coloro che vogliono passeggiare tra case e vie caratteristiche (imperdibile è la Petite France). Per coloro che visitano la città in inverno, impertibili sino i Mercatini di Natale, i piuù antichi d'Europa. Tutti gli altri possono scegliere tra un buon numero di monumenti, chiese e musei. A seguito un rapido elenco:

 

Petite France

Un buon punto di partenza per una visita alla città è il quartiere denominato "Petite France".

 Nel cuore della città, con le sue suggestive casette in legno dai tetti spioventi risalenti al XVI e XVII secolo, è il quartiere più caratteristico e pittoresco di Strasburgo.

 Attraversato da canali, questo quartiere è famosa per i Ponts Couverts (“ponti coperti”), dominati da quattro torri del XIV secolo, che nonostante abbiano perso le loro coperture nel XVIII secolo, hanno mantenuto intatto il loro fascino .

Nel 1690 nel quartiere venne costruita il "Barrage Vauban" (ossia una diga) soprannomina Grande Ecluse (“grande chiusa”).

 

Cattedrale di Notre-Dame

È una delle chiese più note non solo di tutta la Francia, ma anche di tutto il mondo. Eretta in pietra arenaria dei Vosgi , si caratterizza per i suoi 142 metri d'altezza.

La sua costruzione iniziò, secondo i canoni romanici, nel 1176, ma fu terminata secondo il gusto gotico solamente nel 1439.

L'interno a tre navate, completato da un transetto e da meravigliose vetrate del XII-XIV secolo, ospita il famoso orologio astronomico di Strasburgo, capolavoro del Rinascimento.

L'opera riproduce la precessione degli equinozi, un movimento della Terra che fa cambiare in modo lento ma continuo l'orientamento del suo asse di rotazione rispetto alla sfera ideale delle stelle fisse.

La struttura dell'orologio è composta da un a cassa alta 18 metri che poggia su un basamento alto più di 4 metri e largo 7,30 metri.

Cathédrale Notre-Dame de Strasbourg
12 Place de la Cathédrale
67000 Strasbourg, Francia

Cathédrale Notre-Dame : L'opinione di Michelin

pl. du Château F - 67000 Strasbourg

Costruita tra il 1015 ed il 1439, data in cui Johannes Hültz di Colonia ultimò l'edificio con la celebre guglia, la cattedrale di Strasburgo deve parte del proprio fascino all'arenaria rosa dei Vosgi. La facciata, in stile gotico maturo, è opera di Erwin von Steinbach. Il portale centrale, gemino, è decorato con doppia cuspide e delicati archi a lancetta che mascherano in parte il rosone di 15 m di diametro. I tre registri inferiori (fregi orizzontali) del timpano presentano una statuaria duecentesca di grande pregio, raffigurante scene del Nuovo Testamento. Vergini sagge e vergini folli popolano il portale di destra, mentre quello di sinistra rappresenta le Virtù che sconfiggono i Vizi. La torre campanaria raggiunge i 142 m di altezza. Dalla piattaforma (a 66 m), si ha una spettacolare veduta sulla città vecchia e sul paesaggio circostante. Notevoli anche il portale dell'Orologio (con la mirabile morte della Vergine) ed il portale di Saint Laurent. All'interno, assolutamente imperdibili: un pulpito disegnato da Hans Hammer, esempio compiuto di gotico fiammeggiante, l'organo, appeso al triforio a nido di rondine, la colonna del Giudizio Universale (XIII sec.), l'orologio astronomico (del 1838), i 14 magnifici arazzi realizzati, in parte, su disegno di Philippe de Champaigne (visibili durante l'ottavario del Corpus Domini) e la grande vetrata di Saint-Christophe (il santo, alto 8 m, costituisce la raffigurazione su vetro più grande che si conosca).

 

 

Chiesa di Saint-Thomas

È una delle chiese protestanti più importanti e belle dell'Alsazia. La sua costruzione iniziò nel XI secolo, in arte gotica tipicamente alsaziana, ma venne completata solamente nel corso del 1500 (con la costruzione della cappella dei Santi Evangelisti, in stile tardo gotico).

L' église, sormontata da due campanili (uno quadrangolare ed uno esagonale) è famosa per ospitare il mausoleo del Maréchal de Saxe, un capolavoro dell’arte funeraria barocca del XVIII secolo realizzato da Jean-Baptiste Pigalle.

Eglise Saint-Thomas
11 Rue Martin Luther King,
67000 Strasbourg, Francia

 

Chiesa di Saint-Pierre-le-Jeune

Bella chiesa protestante sulla Grande Île, costruita sui resti di un edificio merovingio.

Eretta in stile gotico, venne completata nel 1320 (anche se tra il XIV e il XV secolo furono costruite le cappelle).

Internamente la chiesa è divisa in quattro navate, voltate a crociera, con transetto e coro. Vi si possono ammirare grandiosi affreschi risalenti al XIV e al XV secolo.

Il chiostro della chiesa, sul lato nord, con tre gallerie risalenti al XI secolo e una del XV secolo è considerato il più antico di tutta la Francia

Saint-Pierre le Jeune
7 Rue Saint-Léon,
67000 Strasbourg, Francia

 

Consiglio d'Europa

Ospita la sede istituzionale del Consiglio d'Europa, un'organizzazione internazionale il cui scopo è promuovere la democrazia, i diritti dell'uomo, l'identità culturale europea e la ricerca di soluzioni ai problemi sociali in Europa.  Il Consiglio d'Europa fu fondato il 5 maggio 1949 col Trattato di Londra e conta oggi 47 stati membri.

 Le visite sono consentite solo previa prenotazione.

 Consiglio d'Europa
Avenue de l’Europe
F - 67075 Strasbourg Cedex
Tel. +33 (0)3 88 41 20 29
Fax +33 (0)3 88 41 27 54
E-mail: visites@coe.int

 

Palais Rohan ed i suoi musei

Grandioso e monumentale edificio settecentesco edificato tra il 1728 e il 1741 su progetto dell'architetto Robert de Cotte per il vescovo Armand-Gaston-Maximilien de Rohan-Soubi.

Attualmente il palazzo ospita tre musei:

Musée des Arts Décoratifs, diviso in due sezioni (appartamenti dei cardinali e collezione d'arte decorativa) ospita oggetti in ferro battuto, in ceramica, porcellane Hannong, orologi e mobili.

Musée des Beaux-Arts, presenta una panoramica della storia della pittura in Europa dal Medioevo al 1870. Si possono ammirare opere di: Botticelli, Giotto, Memling, Canaletto, Correggio, Corot, El Greco, Goya, Van Dyck, Rubens...

Musée Archéologique, in virtù della sua vastissima collezione è considerato uno dei più importanti musei francesi; ospitato nel seminterrato del palazzo, percorre nelle sue collezioni tutta la storia antica dell'Alsazia, dalla Preistoria all’Alto Medioevo.

Palais Rohan
2, place du Château
67000 Strasbourg, Francia
Sito internet: www.musees-strasbourg.org

 

Musée d'Art Moderne et Contemporain

Si evita…………..se qualcuno è interessato chieda a Beppe J

 

Museo Tomi Ungerer - Centro internazionale dell’illustrazione

A Villa Greiner, curioso ed interessante museo che piacerà sicuramente agli appassionati del genere, ma non solo: custodisce ben 8.000 disegni di Tomi Ungerer, disegnatore e illustratore nato a Strasburgo nel 1931.

 Musée Tomi Ungerer, Strasbourg
5, place du Château
67076 Strasbourg

 

Maison Kammerzell

Questo gioiello architettonico è uno degli edifici più famosi di tutta l'Alsazia.

 Splendido edificio medievale venne costruito nel 1427 (ed in seguito più volte rimaneggiato) secondo i canoni tipici del Rinascimento Tedesco.

Oggi ospita un prestigioso hotel.

 Maison Kammerzell
16, place de la Cathédrale
67000 Strasbourg, Francia

 

Sesto giorno

 

196 Km  55116  Magonza visita città    

177 Km  50667  Colonia  visita cattedrale   e birra…..  

 

 

MAGONZA

 

Preistoria ed epoca romana

Resti dell'acquedotto romano

Il territorio dell'attuale città ospitò un insediamento temporaneo di cacciatori durante l'ultima era glaciale tra i 20.000 ed i 25.000 anni fa. Lo dimostrano numerosi ritrovamenti venuti alla luce nel 1921.

Il primo insediamento stabile è però di origine celtica. I Celti dominarono la Renania durante la seconda metà del I secolo a.C. I Romani giunti nella regione dopo le guerre galliche (52 a.C.) chiamarono il loro presidio militare Mogontiacum, toponimo che deriva dal nome della divinità celtica Mogon. Si riteneva che l'accampamento romano fosse stato fondato nel 38 a.C., ma recenti studi hanno spostato la data della fondazione della città al 13/12 a.C., ad opera di Druso maggiore. Magonza restò romana per più di 500 anni ed a partire dall'89 fu la capitale della provincia della Germania superiore.

Già in epoca romana potrebbe essere sorta una prima comunità cristiana e pare che nel 343 Marino sia stato nominato vescovo.

Alto Medioevo

L'esistenza della diocesi di Magonza è provata dalle fonti storiche soltanto a partire dal VI secolo. Ulteriore sviluppo alla città venne dal suo ruolo di evangelizzazione delle popolazioni germaniche e slave, evangelizzazione guidata dal vescovo Bonifacio (746-754). Lo sviluppo religioso della città ne fece l'unica diocesi (oltre Roma) il cui seggio episcopale viene chiamato Santa Sede. L'arcivescovo di Magonza viene da allora chiamato primas germaniæ, il sostituto del Papa a nord delle Alpi (santa sede di Magonza).

Willigis (975-1011) divenne il primo arcivescovo di Magonza ad essere anche arcicancelliere del Sacro Romano Impero, il più importante dei sette Elettori dell'Imperatore. Willigis diede inizio all'edificazione della grande cattedrale nel 975.

Basso Medioevo

Nel XII secolo ai cittadini di Magonza furono per la prima volta concessi dei particolari privilegi da parte dell'arcivescovo Adalberto I (1110-1137). Essi ottennero principalmente esenzioni fiscali ed il diritto ad essere giudicati soltanto dai tribunali cittadini. Dopo l'assassinio dell'arcivescovo Arnoldo di Selenhofen nell'anno 1160 tali privilegi furono revocati e l'imperatore Federico Barbarossa fece radere al suolo le mura cittadine. Federico Barbarossa nel 1184 invitò a Magonza la classe dirigente dell'impero ad una dieta di corte in occasione dell'investitura dei suoi figli, che alcuni cronisti dell'epoca descrissero come la più grande festa di tutto il Medioevo. Già nel 1188 ritornò a Magonza in occasione della partenza per la terza crociata. Nel 1212 Siegfried III von Eppstein incoronò Federico II nel duomo di Magonza e perciò fu ricompensato con un feudo nel regno di Sicilia[senza fonte]. Federico II tornò a Magonza nel 1235 per tenere una dieta imperiale. In tale occasione il 15 agosto fu promulgato il landfrieden di Magonza.

Negli scontri tra gli Staufer ed i loro rivali, che negli anni successivi al 1240 divennero sempre più accesi, i cittadini di Magonza si lasciarono corteggiare da entrambe le parti. La conseguenza di questa situazione politica furono privilegi ottenuti nel 1244 dall'arcivescovo Siegfried III von Eppstein come ricompensa per il loro appoggio. In seguito a ciò l'arcivescovo rimase solo formalmente il capo della città ed il potere passò nelle mani dei cittadini rappresentati da un consiglio cittadino di 24 membri. Oltre a ciò i cittadini ottennero il privilegio di non essere chiamati alle armi nelle controversie militari che non riguardavano direttamente la difesa della città. A partire da questo momento Magonza era diventata la libera città di Magonza.

Libera città di Magonza

Il privilegio promulgato da Siegfried von Eppstein

Il periodo della libera città imperiale di Magonza (fino al 1462) è considerato l'apice della storia cittadina. A quegli anni risale anche la fondazione del Rheinischer Städtebund (unione delle città renane) nel 1254. Il commercio e le attività produttive fiorirono favoriti dallo Städtebund e dal Mainzer Landfrieden del 1235.

Nella guerra nota come Mainzer Stiftsfehde i cittadini di Magonza combatterono al fianco dell'arcivescovo Diether von Isenburg, che si era inimicato sia l'imperatore, sia il papa. Nel 1462 la città fu espugnata da Adolfo II di Nassau, che rivendicava per sé il titolo di arcivescovo. Egli abolì i privilegi della città, che perse così tutta la sua rilevanza politica.

Città residenza di un principe elettore

Come suo successore, Adolfo II suggerì al sempre più potente Mainzer Domkapitel (capitolo del duomo di Magonza) proprio il suo predecessore Diether von Isenburg. Egli fondò nel 1477 l'università, già prevista da Adolfo II.

La riforma protestante, nata nel 1517, sembrava avere buone possibilità di diffusione a Magonza. La stampa a caratteri mobili inventata in città attorno al 1450 da Johannes Gutenberg favorì la circolazione delle idee e l'arcivescovo e cardinale Albrecht von Brandenburg era inizialmente molto aperto sulla riforma, che però alla fine non riuscì a prevalere. Per ben due volte il Domkapitel elesse con una ristretta maggioranza arcivescovi cattolici. Con l'eccezione delle Garnisonsgemeinden, fino al 1802 in città non poterono sorgere comunità protestanti.

All'inizio del XVII secolo Magonza fu fortificata e ciò pregiudicò lo sviluppo urbanistico della città fino all'inizio del XX secolo. Nonostante le fortificazioni, nella Guerra dei Trent'Anni, Magonza fu conquistata senza l'uso delle armi da parte dell'esercito svedese. Dopo la fine delle ostilità, nel 1647, Johann Philipp von Schönborn fu eletto arcivescovo e sotto il suo pontificato Magonza si riprese rapidamente dalle devastazioni della guerra.[2]

Nel successivo periodo barocco furono costruiti splendidi edifici, ancora oggi ben conservati.

La fine del vecchio ordine

Lo stemma napoleonico di Magonza

Il principe elettore e arcivescovo di Magonza Friedrich Karl Josef von Erthal appoggiò la linea dura dell'impero nei confronti delle idee rivoluzionarie. Dopo che la Francia nel 1792 aveva conquistato i territori ad ovest del Reno, inclusa Magonza (generale Adamo Filippo de Custine, 21 ottobre), egli dovette abbandonare la città. Su disposizione delle forze occupanti nel 1793 si tennero le prime elezioni libere. Questa Repubblica di Magonza è considerata la prima democrazia sul suolo tedesco. L'esperienza repubblicana durò solo pochi mesi, dopo i quali la città tornò sotto il controllo prussiano (Assedio di Magonza, 14 aprile - 23 luglio 1793).

Le guerre napoleoniche proseguirono e portarono nel 1797 ad una nuova occupazione della città. La nobiltà sparì da Magonza, consentendo l'ascesa della borghesia. Come indennizzo per gli aristocratici espropriati dai francesi la Reichsdeputation straordinaria di Ratisbona del 1803 decise la revoca dei principi elettori religiosi. Magonza divenne la capitale del dipartimento francese di Mont-Tonnerre (in tedesco Donnersberg) amministrato dal prefetto francese Jeanbon St. André.

Magonza nel XIX secolo

Magonza nel 1844 (litografia di J. Lehnhardt

Magonza nel 1900

A partire dal 1816 la città appartenne al Principato di Assia-Darmstadt e ciò ne ridusse notevolmente il suo potere politico; d'altra parte il sistema di fortificazione ne limitò lo sviluppo urbanistico. In questo periodo, invece, nel 1837, ha origine la tradizione del carnevale di Magonza. Dopo la guerra franco-prussiana Magonza perse il suo ruolo di fortezza ed a partire dal 1886 iniziò un periodo di sviluppo edilizio e crescita demografica.

Magonza nel XX secolo

La prima guerra mondiale segnò la fine dello sviluppo della città. Fino al 1930 Magonza fu nuovamente occupata dai francesi; negli anni trenta furono annesse numerose nuove frazioni, che portarono al raddoppio dell'estensione del territorio comunale. Nel 1938 Magonza divenne città indipendente.

Il nazionalsocialismo faticò ad ottenere consenso a Magonza. Ancora in occasione della presa del potere il 30 gennaio 1933 la popolazione era largamente ostile al nuovo regime. Le cose cambiarono negli anni successivi: la comunità ebraica che contava circa 3000 persone fu quasi totalmente deportata. La seconda guerra mondiale inizialmente sembrava risparmiare la città, ma nel 1942 ci furono i primi pesanti bombardamenti. Il peggiore attacco si verificò il 27 febbraio 1945, quando Magonza fu quasi totalmente distrutta da bombardieri britannici e furono uccise circa 1200 persone. Alla fine della guerra la città era stata distrutta per l'80%.

Dopo la guerra Magonza fu nuovamente occupata dai francesi. Il confine tra la zona di occupazione francese e quella americana nelle vicinanze di Magonza è costituito dal fiume Reno; alcune frazioni sulla sponda destra (Amöneburg, Kastel e Kostheim) furono assegnate a Wiesbaden. Altre frazioni sempre comprese nella zona americana tornarono dei comuni indipendenti: Bischofsheim, Ginsheim e Gustavsburg. La rifondazione dei land dell'Assia e della Renania Palatinato rese definitiva la separazione da Magonza delle frazioni sopra citate. Nel 1946 fu anche rifondata l'università, che era stata soppressa nel 1798. Nel 1950 Magonza sostituì Coblenza come capitale del land della Renania Palatinato.

Stemma

Stemma ufficiale della città di Magonza dal 2008

Lo stemma della città di Magonza è costituito da due ruote a sei raggi argentate e connesse da una croce obliqua, anch'essa argentata, su sfondo rosso. I colori della città sono rosso e bianco.

In origine lo stemma rappresentava il patrono della città, il santo Martino di Tours. Il sigillo della città del 1300 mostrava quest'ultimo assieme alla ruota di Magonza. L'arcivescovo di Magonza, che era anche un principe elettore, inserì la ruota anche nello stemma territoriale. Per distinguersi la città adottò quindi come stemma la ruota doppia, mentre dal XVI secolo si preferì la ruota inclinata. In occasione dell'annessione alla Francia furono vietati tutti gli stemmi nelle zone occupate. Il sigillo della Mairie - l'autorità comunale francese - rappresentava la dea della libertà con il cappello frigio. Dopo l'incoronazione di Napoleone Bonaparte nel 1804 il sigillo conteneva l'aquila imperiale francese. Dal 13 giugno 1811 fu riammessa la ruota di Magonza. Allo stemma furono aggiunte in alto le tre api del casato di Napoleone; i colori tuttavia erano scambiati. Tra il 1835 ed il 1915 c'era anche un'immagine delle fortificazioni di Magonza. Nel corso delle storia della città fu anche ripetutamente modificata la forma della ruota: furono aggiunti dei raggi e furono modificati vari dettagli. Dal 12 luglio 1915 lo stemma ha un aspetto simile a quello attuale. L'ultima modifica risale al 2008, quando fu sostituito con una rappresentazione moderna e stilizzata.

Religioni

Il duomo di Magonza

Il duomo di Magonza dall'ovest

Per secoli la città fu governata da uno dei più importanti principi elettori cattolici e ciò ha determinato un notevole radicamento della religione cattolica. La prima comunità paleocristiana potrebbe essersi originata già in tarda epoca antica; l'esistenza della diocesi di Magonza è attestata per la prima volta nel 343. Nel 780/782 Magonza fu elevata al rango di arcidiocesi. Il primo arcivescovo di Magonza fu Lullus, che nel 754 era succeduto a Bonifacio (che aveva il titolo di arcivescovo a livello puramente personale). Magonza divenne quindi capoluogo della più grande provincia ecclesiastica a nord delle Alpi. Nel collegio dei sette principi elettori formatosi nel XIII secolo l'arcivescovo di Magonza assunse un ruolo dominante.

Le origini della comunità ebraica non sono chiare. La tesi più accreditata (supportata da molti indizi, ma non provata) suggerisce che i primi ebrei siano giunti al seguito dei Romani. Il primo documento attestante la presenza di una fiorente comunità ebraica risale alla seconda metà del X secolo; mentre nel cimitero ebraico sono conservate lapidi risalenti all'XI secolo. La comunità fu ripetutamente decimata dai pogrom durante il periodo delle crociate, oltre che dalle epidemie di peste. Prima del 1933 essa contava circa 3000 persone, nel 1946 ne erano rimaste 59. Nel 1997 gli ebrei erano 203, cioè circa lo 0,1 % della popolazione.

La vecchia sinagoga fu incendiata e completamente devastata in epoca nazista. Nel 1999 è stato indetto un concorso per la realizzazione di una nuova sinagoga e di un centro di aggregazione per la comunità ebraica. Il progetto verrà realizzato dall'architetto Manuel Herz nel luogo in cui sorgeva il vecchio edificio. La sinagoga di Weisenau ha invece superato indenne le vicende belliche ed è stata restaurata alla fine degli anni 1990.

Kaiserstraße e Christuskirche, la chiesa luterana

Magonza non è mai stata uno dei centri nevralgici della riforma protestante. In realtà l'arcivescovo Albrecht von Brandenburg non era ostile alle idee del protestantesimo, egli però dipendeva dalla vendita delle indulgenze, fortemente criticata da Lutero. I primi contatti con il protestantesimo avvennero pertanto solo con la guerra di Smalcalda (1546-1547) e con l'occupazione della città da parte delle truppe svedesi durante la guerra dei trent'anni. La nuova confessione non riuscì però a diffondersi e dopo la fine della guerra dei trent'anni la città tornò saldamente nelle mani dell'arcivescovo cattolico. Agli abitanti convertiti al protestantesimo fu revocata la cittadinanza.

Nuova Sinagoga di Magonza

A partire dal 1715 a Magonza si è formata una piccola comunità luterana. Durante la seconda metà del XVIII secolo i protestanti non solo furono tollerati, ma il principe elettore Emmerich Joseph von Breidbach zu Bürresheim assegnò ad alcuni di essi importanti incarichi di corte. Sotto il principe Friedrich Karl Joseph von Erthal ebbero anche un certo influsso nell'ambito dell'istruzione; non ottennero però degli edifici per il culto. Solo nel 1802, in seguito al cambiamento della situazione politica, fu fondata la prima comunità protestante. Grazie allo sviluppo economico ed alla conseguente immigrazione la comunità protestante crebbe in fretta: nel 1849 c'erano 27.633 cattolici e 5.037 protestanti, nel 1901 49.408 cattolici e 31.151 protestanti, nel 1930 78.500 cattolici e 48.500 protestanti e nel 1997 87.367 cattolici e 53.254 protestanti.

La diocesi cattolica, che era stata sciolta nel 1803, nel 1821 assunse la forma attuale, grosso modo coincidente con il granducato dell'Assia e di Darmstadt, a cui all'epoca apparteneva Magonza.

Nel 1832 le comunità protestanti di Magonza passarono sotto la giurisdizione della chiesa evangelica del granducato dell'Assia, mantendo un proprio sovrintendente. Nel 1882 il sovrintendente passò a Darmstadt, per poi ritornare a Magonza nel 1925. Nel 1934 la sovrintendenza divenne Propstei Rheinhessen. Le comunità protestanti della città fanno riferimento al decanato di Magonza (Propstei Rheinhessen) della chiesa evangelica in Assia e Nassau.

Anche altre comunità cristiane sono rappresentate a Magonza (in ordine cronologico): i battisti (dal 1862), la Chiesa dei Vecchi Cattolici (dal 1876), la chiesa Neo-Apostolica (circa dal 1895), la chiesa Metodista (dal 1906), la Chiesa cristiana avventista del settimo giorno (dal 1907), la comunità dei cristiani (dalla fine degli anni 1920), la comunità biblica di Magonza (dal 1978), il centro cristiano pentecostale-carismatico "DER FELS" (dal 1981), la libera comunità evangelica (dal 1982), la chiesa ortodossa (dal 1992), la comunità EnChristo (dal 1995), il centro delle famiglie cristiane (dal 1998), la comunità pentecostale "Die BASIS - comunità per questa generazione", ed i testimoni di Geova.

In seguito ai recenti flussi migratori si è aggiunta una comunità islamica, che dispone di sei luoghi di culto in città. La Nuova Sinagoga di Magonza è stata inaugurata il 3 settembre 2010

Urbanistica

Struttura urbanistica

Alcuni edifici del centro storico

L'aspetto di Magonza così come di alcune delle sue frazioni (come Mombach e Weisenau) è prevalentemente quello di una grande città. Altre frazioni invece (ad esempio Drais e Finthen) hanno mantenuto un carattere rurale. Gli stretti vicoli nella zona della Augustinerstraße con le tradizionali case con intelaiatura a traliccio sono una chiara testimonianza della situazione urbanistica della città in epoca medievale. La città ha però subito gravi danni in seguito ai bombardamenti britannici durante la seconda guerra mondiale, e molti edifici storici hanno lasciato il posto a costruzioni moderne.

La struttura urbanistica della città nuova è stata progettata da Eduard Kreyßig attorno al 1900. In quest'epoca l'area urbana è pressoché raddoppiata e Magonza si è evoluta da città fortezza provinciale a grande città. Il panorama cittadino dalla sponda del fiume Reno è caratterizzato da edifici di due differenti epoche: il municipio (di Arne Jacobsen e Otto Weitling) con il Hilton-Hotel e la Rheingoldhalle di epoca moderna ed il complesso barocco-rinascimentale costituito dal Neues Zeughaus (oggi cancelleria di Stato), il Deutschhaus (oggi parlamento del land) ed il Kurfürstliches Schloss (palazzo del principe elettore). Nel centro storico solo gli edifici più rappresentativi sono stati ricostruiti dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale. Tra di essi ricordiamo molti palazzi nobiliari barocchi, parecchi dei quali si trovano nel Schillerplatz. Lo sviluppo economico degli anni 1960 ha coinciso con la costruzione di numerosi edifici in quel decennio e ciò ha influito pesantemente sull'attuale aspetto di Magonza. Tra i principali edifici del XIX secolo ricordiamo la chiesa protestante Christuskirche, la stazione centrale, la Theodor-Heuss-Brücke (un ponte sul Reno), parti del teatro costruito da Georg Moller e delle fortificazioni. La maggior parte degli edifici storici sono abitazioni private o negozi.

Romanico e gotico a Magonza

La chiesa di Santo Stefano

Ancora oggi a Magonza sono conservate numerose testimonianze dell'architettura romanica e gotica. Il principale edificio romanico di Magonza è il duomo, fatto costruire dall'arcivescovo Willigis tra il 975 ed il 1009. Esso fu gravemente danneggiato da un incendio durante il giorno della sue consacrazione, negli anni successivi fu ricostruito ancora più maestoso rispetto al progetto iniziale, ma subì due ulteriori incendi nel 1081 e nel 1137. La costruzione dell'edificio si protrasse dunque per molti anni: per questo motivo sono presenti elementi caratteristici delle varie correnti dello stile romanico ed in alcuni particolari si nota perfino un influsso gotico. A ovest del duomo si trova la chiesa di san Giovanni, probabilmente sorta sopra i resti del primo duomo di Magonza. Costruita in stile tardo-carolingio, essa fu consacrata nel 910 dall'arcivescovo Hatto, ma in seguito a varie ristrutturazioni ed ai danni subiti durante la seconda guerra mondiale ha subito una profonda trasformazione nel corso dei secoli. L'arcivescovo Willigis fece costruire anche la chiesa collegiata di Santo Stefano, che però fu ben presto sostituita da un edificio in stile gotico ed oggi è la principale chiesa gotica della città. Altre chiese gotiche sono la chiesa di sant'Emmerano e di san Quintino.

Rinascimento

Il principale edificio rinascimentale di Magonza è il palazzo del principe elettore. Stilisticamente appartiene al cosiddetto rinascimento tedesco, di cui è considerato la testimonianza più tarda. Un altro edificio rinascimentale è la casa Zum Römischen Kaiser, che oggi ospita il museo Gutenberg, dedicato all'invenzione della stampa a caratteri mobili. Il Marktbrunnen fatto costruire dall'arcivescovo Albrecht è una delle più imponenti fontane rinascimentali della Germania. La transizione verso lo stile barocco si intravvede invece nella Domus Universitatis, costruita nel 1615 nei pressi dell'odierna piazza Gutenberg e che per secoli è stato l'edificio profano più alto della città.

Barocco e rococò

Il Neues Zeughaus (davanti) ed il Deutschhaus caratterizzano il panorama sul Reno nella città.

L'epoca barocca, principalmente durante il pontificato di Lothar Franz von Schönborn, rappresentò un periodo di boom edilizio senza precedenti, i cui risultati sono ancora oggi ben visibili e caratterizzano ampiamente l'urbanistica di Magonza. In particolare in alcune strade del centro e lungo il Reno si trovano numerosi palazzi della nobiltà dell'epoca, tra di esse spicca il Schönborner Hof (iniziato nel 1668) in piazza Schiller. Sono conservate anche alcune chiese di questo periodo, ma molte sono quelle andate distrutte nel corso della storia. Tra di esse le principali sono la Augustinerkirche e la chiesa di san Pietro in stile rococò. La chiesa di sant'Ignazio (1763) e l'Erthaler Hof (1743) sono invece esempi precoci di classicismo.

Fortificazioni

Sono conservati anche numerosi resti delle fortificazioni, risalenti ad epoche diverse. Il palazzo del comandante della fortezza, che assieme alla cittadella domina sulla città, è un edificio barocco. Sono però ben visibili anche parti delle fortificazioni romane e medievali. Sul Reno si innalzano due torri, il Holzturm e l'Eisenturm, che hanno però perso la loro funzione di porta della città in seguito ai lavori di sistemazione della sponda del Reno nel XIX secolo ed al conseguente innalzamento del fondo stradale. Il Holzturm fungeva da prigione e vi fu detenuto anche il noto bandito Johannes Bückler, detto Schinderhannes. Fortificazioni di epoca successiva sono invece il Fort Malakoff nella parte meridionale della città ed il grande magazzino delle provviste.

Sviluppo urbanistico

L'accampamento di Mogontiacum fu ben presto circondato da insediamenti sparsi (latino: cannabae), in cui vivevano le persone impiegate come manodopera dalle legioni romane. Dopo il crollo dell'impero la città conobbe un periodo di prosperità, che coincise con l'inizio della diffusione del Cristianesimo. La crescita di Magonza è legata principalmente alle attività commerciali e l'area urbana occupò rapidamente il territorio compreso tra l'accampamento romano ed il fiume Reno. Le fortificazioni medievali furono ampiamente riorganizzate secondo criteri più moderni a partire dalla metà del XVI secolo. Le nuove mura racchiusero l'intera città ed esternamente ad esse era vietata la costruzione di fabbricati in pietra, che avrebbero potuto fornire riparo alle truppe nemiche. Ciò impedì una significativa crescita di Magonza, che poté riprendere a svilupparsi soltanto tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo in seguito all'annessione di alcune frazioni ed alla perdita di importanza delle fortificazioni (da allora la difesa dalla minaccia francese fu affidata a Metz) dopo la guerra franco-prussiana del 1870/71. Le mura furono progressivamente demolite e la città poté svilupparsi liberamente.

Musei

Il panorama museale di Magonza è caratterizzato da musei storici e archeologici. Il museo romano-germanico (Römisch-Germanisches Zentralmuseum) fondato nel 1852 è ospitato nel palazzo del principe elettore. Accanto a collezioni preistoriche e protostoriche, romane e medievali, il museo possiede un laboratorio di restauro di fama internazionale. Esso ha collaborato al restauro ed alla conservazione di importanti ritrovamenti archeologici come, ad esempio, la mummia del Similaun o il tesoro di Sipán (corredo funebre di un principe preincaico del Perù).[3]

L'arco di Dativius-Victor (copia del 1962) con la Christuskirche sullo sfondo

Il Landesmuseum di Magonza, fondato nel 1803, è uno dei più antichi musei della Germania ed ospita un vasto assortimento di oggetti dall'età della pietra fino alla modernità. Vi sono raccolti molti resti romani, tra cui i più impressionanti sono i monumenti in pietra nella cosiddetta Steinhalle, compresi la colonna di Giove e l'arco di Dativius-Victor. Altrettanto interessanti sono il Mainzer Römerkopf, che ritrae un membro della dinastia giulio-claudia, e la testa in bronzo della dea celtica Rosmerta. La ricca collezione di quadri risale ad una donazione di 36 dipinti da parte di Napoleone, che fu anche l'occasione della creazione del museo.

Altri resti della città romana sono conservati nel museo della navigazione, in cui sono esposte alcune navi romane, ritrovate nel 1980 durante i lavori di costruzione di un albergo sulla sponda del Reno. Anche le statue di Iside e Cibele sono emerse in un cantiere edile e sono esposte nella Römerpassage.

I ritrovamenti fatti sul suolo sacro sono stati raccolti a partire dal 2003 in un'esposizione organizzata con moderni criteri pedagogici.

Il museo Gutenberg è interamente dedicato all'invenzione della stampa a caratteri mobili e conserva due delle 48 copie superstiti dalla Bibbia di Gutenberg. Sono anche esposti numerosi oggetti relativi alla storia delle tecniche di stampa e della tipografia.

Il museo diocesano nel chiostro del duomo documenta la storia della diocesi di Magonza. Tra gli altri musei, oltre al museo di storia cittadina, vi è un museo dedicato al carnevale. Il museo di storia naturale è il più grande della Renania-Palatinato ed è specializzato nella biologia e nelle scienze della terra. Il museo della guarnigione è ospitato all'interno della cittadella e vi sono esposti materiali relativi alla bimillenaria storia della città fortezza di Magonza.

 

 

COLONIA

  • nome tedesco: Köln

  • abitanti: 995.400

  • stranieri a Colonia: 169.000 (17%)

  • italiani residenti a Colonia: 18.500

  • quarta città della Germania dopo Berlino, Amburgo e Monaco di Baviera

  • regione: Nordrhein-Westfalen (Nordreno-Vestfalia)

  • città gemellata in Italia: Torino

  • economia: automobili, chimica, alimentari, fiere, turismo, mass-media

  • confessioni: 41,6% cattolici, 17,5% protestanti, 10% musulmani,
    30% altre confessioni o senza confessione

  • sito ufficiale: www.koeln.de

  • targa automobilistica: (vedi: tutte le targhe tedesche)

Nel 39 a.C. la tribù degli Ubi si accordò con le autorità romane per insediarsi sulla sponda sinistra del Reno; l'insediamento romano prese allora il nome di Ara Ubiorum o Oppidum Ubiorum, divenendo poi un'importante base militare romana. Nel 49 Agrippina minore, la moglie dell'imperatore Claudio e figlia di Germanico, chiese che il villaggio in cui era nata fosse innalzato al rango di colonia: fu allora istituita Colonia Claudia Ara Agrippinensium ("la colonia di Claudio e l'altare di Agrippina") o, più semplicemente, Colonia Agrippina.[1] Nell'80 fu costruito un acquedotto, l'acquedotto Eifel, uno dei più lunghi dell'Impero romano, con una portata di 20 000  di acqua al giorno. Dieci anni dopo la colonia divenne la capitale della provincia romana della Germania inferiore, raggiungendo una popolazione di 45 000 abitanti.

Nel III secolo appena 20 000 persone abitavano nella città e nei suoi dintorni. Nel 260 il generale ribelle Postumo fece di Colonia la capitale del suo Impero delle Gallie, che includeva i territori nord-occidentali dell'Impero romano; lo stato fondato da Postumo durò, però, solo quattordici anni. Nel 310 l'imperatore Costantino I fece costruire un ponte sul Reno, difeso da un forte posto sull'altra sponda e noto come castellum Divitiae (il moderno sobborgo di Deutz). Nel 355 la città fu assediata dagli Alemanni per 10 mesi: catturata, fu ripresa alcuni mesi dopo dal futuro imperatore Giuliano.

Infine, nel 455 i Franchi Sali conquistarono Colonia definitivamente e ne fecero la propria capitale.

Tarda antichità e basso Medioevo

Colonia divenne presto una diocesi e godette di una posizione politicamente privilegiata sul finire dell'Impero romano, anche per la sua vicinanza a Treviri. La continuità come sede episcopale non è certa, a causa della carenza di fonti scritte durante le cosiddette invasioni barbariche. In ogni caso Colonia, prima capitale di un regno franco, poi incorporata nel regno dei Merovingi da Clodoveo I all'inizio del VI secolo, divenne presto una diocesi importante. Verso la fine dell'epoca merovingia Colonia divenne anche una residenza reale.

A partire dall'epoca carolingia è attestata con certezza l'importanza di primo rango a livello imperiale dell'arcivescovo (prima vescovo) di Colonia. Nel 1164 l'arcivescovo Rainald von Dassel si appropriò delle reliquie dei tre magi, che fino ad allora si trovavano a Milano; parte delle reliquie che si trovavano a Milano si trovano tuttora nel nord Italia, sulle Prealpi Varesine nella frazione di Induno Olona, Olona. La costruzione delle mura del 1180 (certificata in documenti del 27 luglio e del 18 agosto), prova che fu (e rimase probabilmente a lungo) la più grande città tedesca. Le mura erano infatti più grandi di quelle fatte costruire da Filippo II di Francia a Parigi. Dal XII secolo infatti Colonia fu definita "Sancta", al pari solo di Gerusalemme, Costantinopoli e Roma: «Sancta Colonia Dei Gratia Romanae Ecclesiae Fidelis Filia». Fu deciso quindi di costruire una chiesa di irraggiunta grandezza per onorare in giusto modo le reliquie dei tre magi: nel 1248 fu posata la prima pietra del duomo di Colonia. Ben presto la città divenne città imperiale ed immediata, cioè indipendente e solamente soggetta all'alta potestà dell'imperatore, mentre il suo arcivescovo avendo costituito un principato elettorale nell'ambito dell'Arcidiocesi di Colonia, pose la propria sede a Bonn non potendo soggiornare in città per più di tre giorni senza il permesso del Magistrato cittadino.

Epoca moderna

La sua posizione sulle rive del Reno (Rhein in tedesco), in prossimità di uno dei principali itinerari commerciali fra Europa orientale ed occidentale, rese la sua fondazione di importanza capitale. Nel Medioevo, inoltre, crebbe la sua importanza come centro ecclesiastico, d'arte e di cultura.

Colonia fu distrutta per oltre il 90% durante l'ultima guerra mentre oggi è la sede di un'importante università e di un arcivescovado della Chiesa cattolica. Il duomo di Colonia, la più grande chiesa gotica del Nord-Europa, che ospita quelle che secondo la tradizione sono le reliquie dei Re Magi, e che è stata indicata come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1996, è il luogo principale e il simbolo della città.

La popolazione di Colonia è al 43% cattolica, al 18% protestante e al 39% aconfessionale o di altra fede. Nell'agosto 2005 la città ha ospitato la XX Giornata mondiale della gioventù richiamando oltre un milione di giovani provenienti da tutto il mondo.

Le distruzioni della seconda guerra mondiale

A Colonia, i bombardamenti mediante il maximum use of fire (ovvero le tempeste di fuoco) progettate dal Bomber Command inglese non ebbero effetto immediato. L'uso delle bombe dirompenti che penetravano nel sottosuolo serviva a distruggere le condutture dell'acqua onde impedire ai pompieri lo spegnimento degli incendi, ma nei primi attacchi del 30 maggio 1942 la vicinanza del Reno impedì lo scatenarsi di un'unica grande nube di fuoco. In quell'occasione, 1700 piccoli incendi appiccati da 12000 focolai distrussero “solo” 3300 edifici. Ci vollero i 261 attacchi successivi per ottenere lo sbriciolamento del 90% del centro cittadino durante tutta la durata della guerra. In un periodo così lungo, Colonia divenne anche la “discarica” delle bombe in eccesso durante i viaggi di andata e ritorno dei bombardieri inglesi sul territorio della Germania.
Durante gli attacchi avvenuti tra il 16 giugno e il 9 luglio 1944, la seconda incursione uccise 4377 persone e distrusse un patrimonio storico di 1900 anni in 77 minuti. (Citazioni dal libro: La Germania bombardata, di Jorg Friedrich).

 

Il nome tedesco è Köln, ed è la più grande città della regione di Nordrhein-Westfalen, situata sul Reno. Colonia era già abitata dai romani che hanno lasciato dei monumenti importanti nella città. Oggi è uno dei centri industriali più importanti della Germania occidentale. È stata gravemente distrutta durante l'ultima guerra. Colonia ha una famosa e antica università fondata nel XIV secolo, oggi è una delle università più grandi della Germania.

La città è dominata dal duomo, una imponente costruzione gotica che da sola basterebbe già per rendere Colonia una meta turistica di prim'ordine (vedi la pagina sul Duomo di Colonia). I romani erano i primi ad abitare qui ("Colonia Agrippiniensium"). Anche chi non si interessa di storia troverà molto interessante il Museo romano-germanico che da un'idea della vita quotidiana di 2000 anni fa. Inoltre, a Colonia, ci sono molti altri importanti musei e circa 120 gallerie d'arte.

La gente di Colonia è nota per l'allegria e il loro carnevale, insieme a quello della vicina Düsseldorf e quello di Mainz (Magonza), attira ogni anno più di un milione di visitatori da tutta la Germania. Durante una passeggiata nel centro bisogna anche assaggiare la birra tipica della città, il "Kölsch". Partendo da Köln ci sono molte possibilità di fare gite in battello sul Reno.

Colonia - le cose più importanti da vedere:

  • la cattedrale gotica (inizio della costruzione:1248, conclusione: 1880)

  • il museo di cultura romano-germanico (accanto al duomo)

  • il "Museum Ludwig" con arte moderna e contemporanea (accanto al duomo)

  • il museo della cioccolata

  • il museo del profumo

  • il centro pedonale

  • molte chiese in stile romanico

  • il palazzo municipale del XIV sec.

Nonostante i millenni di storia e gli antichi monumenti che la contraddistinguono, quali la famosissima cattedrale gotica dalle guglie appuntite, il museo di cultura romano-germanica, i resti archeologici di epoca romana e le numerose chiese in stile romanico, una delle sue attrazioni più conosciute è anche una delle più moderne. Non stiamo parlando del bellissimo ponte sul Reno, ma del museo della cioccolata, lo Schokoladenmuseum, che è stato fondato nel 1993 ma è già diventato noto tra gli amanti della cioccolata di tutto il mondo.

Colonia è sempre stata la capitale tedesca del cioccolato, poiché vi ha sede la Stollwerck, enorme compagnia che un tempo fu la seconda azienda fornitrice di cioccolato per gli Stati Uniti.

Il museo della cioccolata iniziò con una mostra in occasione del 150° anniversario della Stollwerk: ebbe così tanto successo che da essa nacque l’idea di un vero e proprio museo aperto tutto l’anno. Il Schokoladenmuseum fu aperto il 31 Ottobre del 1993, fu finanziato da Dr. Imhof e conta più di 5 milioni di visitatori l’anno, per la maggior parte turisti. L’esposizione è nata per essere un’esperienza interattiva, che accompagna il visitatore dalla fava di cacao alla tavoletta finita e confezionata.

 

Settimo giorno

 

Lasciamo Colonia per

 

115 Km castello di Cochem 56812  Reichsburg Cochem GmbH  Schloßstraße 36—

90   Km Treviri  visita città 

110 Km - 57000 Metz 

 

STORIA DEL CASTELLO COCHEM

Si ritiene generalmente che il castello di Cochem è stata costruita intorno al 1000 dal conte palatino Ezzo, figlio e successore di Palatinato conte Hermann Pusilius. Il castello è stata la prima volta in un documento nel 1051, quando Richeza, la figlia maggiore di Ezzo e l'ex regina di Polonia, ha dato il castello di suo nipote conte palatino Enrico I. Anche quando la famiglia di Ezzo cessato di essere conta Palatinato, Cochem è rimasto collegato al titolo di i conteggi Palatinato. Anni dopo, nel 1151, il re Konrad III pose fine a una controversia riguardante la successione occupando il castello con truppe. Come questo, ha finalmente preso il controllo del castello, che divenne un feudo imperiale. Così, Cochem divenne un castello imperiale nel momento in cui la dinastia Staufer regnava in Germania. Da questo momento in poi, i ministri imperiali - con il titolo di "Signore del castello" - sono stati installati per amministrare il castello e le proprietà circostanti.

Nel 1294, il re Adolfo di Nassau dato in pegno il castello e la città di Cochem, così come la proprietà imperiale circostante di circa 50 villaggi per Boemund I di Treviri, al fine di pagare per la sua incoronazione a imperatore tedesco. Ma né Adolf né il suo successore, il re Albrecht I d'Austria potuto riscattare il pegno. Per questo motivo gli arcivescovi di Treviri tenuti Cochem come feudo ereditario fino al 1794. Sotto il regno di Arcivescovo Balduin (1307-1354) il castello fu ampliato e fortificato. Dal 1419, i Signori del castello sono stati sostituiti da magistrati locali.

Quando le truppe di re Luigi XIV (detto Re Sole) hanno invaso il Reno e la zona della Mosella nella guerra di successione del Palatinato, il castello di Cochem, troppo, è stata occupata nel 1688. Dopo che la città era stata completamente occupata dalle truppe francesi, nel marzo 1689, il castello fu incendiato, minato e fatto saltare in aria il 19 maggio del 1689.

Le truppe del Re Sole del francese quasi completamente distrutto la città di Cochem. Il castello rimase in rovina fino al 1868, quando a Berlino business man, il signor Louis Ravené, ha acquistato il parco del castello e le rovine. Poco dopo il suo acquisto ha cominciato a ricostruire Castello di Cochem che incorpora i resti di edifici tardo gotici nella struttura del castello principale.

L'intera struttura è stata ricostruita in poi popolare stile architettonico neo-gotico. Questo stile corrisponde agli ideali romantici in voga in Germania nel 19 ° secolo. La tendenza al momento in tutta la Germania era per nobiltà o di altre persone ricche di acquistare e ristrutturare le rovine del castello come residenze estive in famiglia. La famiglia Ravené ha seguito questa tendenza e ha usato il castello come residenza estiva della famiglia.

Oggi il castello è ancora ben attrezzata con mobili rinascimentali e barocchi, che è stato accuratamente raccolti dalla famiglia Ravené. Dal 1978 il castello è stato di proprietà della città di Cochem ed è gestito da "Reichsburg Cochem Ltd." Castello di Cochem, situato su una collina in sospeso più di 100 metri sopra il fiume Mosella, è una popolare attrazione turistica.

Treviri

Treviri (ted. Trier) Città della Germania (104.640 ab. nel 2008), nella Renania-Palatinato, posta a 124 m s.l.m., sulla Mosella, nei pressi del confine del Lussemburgo. È il principale centro della regione vinicola della Mosella e sede di industrie enologiche, tessili, meccaniche e del cuoio, ma soprattutto è un importante centro turistico e culturale.

Fondata da Augusto tra il 16 e il 13 a.C. nel territorio dei Treveri con il nome di Augusta Treverorum, la città acquistò rapidamente importanza; con l’ordinamento dioclezianeo, divenuta Treveri, fu capitale della Belgica, poi sede del Cesare d’Occidente. Nel 462 o 464 passò in possesso dei Franchi. Scelta come sede da alcuni re, poi sostituita da Metz, ebbe di nuovo un periodo di splendore sotto Pipino e Carlomagno, ma in seguito decadde. Nell’898 l’arcivescovo Radbodo acquistò i diritti dei conti di T., fondando il potere temporale della sede episcopale. Nel 10° sec. l’arcivescovo con l’appoggio imperiale riuscì a imporre il suo potere sulla città. Appoggiandosi agli ordini mendicanti le principali famiglie si organizzarono allora nello scabinato, che fu abolito nel 1436. T. partecipò alla guerra dei contadini, mentre nel 1559 il tentativo di introdurre la Riforma fallì. Nel 1580 dovette sottomettersi all’Elettore palatino. Gravemente danneggiata dalla guerra dei Trent’anni e durante le guerre di Luigi XIV, dal 1798 T. fu la capitale del dipartimento francese della Sarre. Nel 1815 passò alla Prussia. Dopo la Prima guerra mondiale fu occupata da truppe alleate dal dicembre 1918 al giugno 1930.

All’interno delle mura romane, l’infrastruttura della città si dispose simmetricamente attorno a un cardine e a un decumano massimo con il foro nel loro punto di intersezione. All’estremità settentrionale del decumano, nella cinta muraria romana, si trova la Porta Nigra (2° sec. d.C.). In fondo al cardine massimo sorgono le terme imperiali (3° sec. d.C.). Altre terme rimangono nella città (Barbarathermen), dove è ben conservata la grande basilica absidata (Aula Palatina). Sono emersi inoltre resti di un monumentale impianto (4° sec. d.C.) comprendente aule basilicali, ambienti intermedi, impianti d’acqua, decorazioni marmoree e musive. Da una casa romana proviene un grande e ricco mosaico con varie figurazioni. Rimangono gli horrea, e fuori delle mura si stendono le necropoli. Di notevole interesse, sulla strada T.-Bingen, i monumenti funerari di Neumagen (Noviomagus), databili tra l’epoca traianeo-adrianea e quella costantiniana. Oltre a S. Martino (4° sec.), il monumento medievale più importante è il duomo (restaurato, 1970-80), originaria costruzione romana, poi basilica dell’11° sec., con aggiunte del 12° (coro orientale e cripta) e del 13° (volte); una sala romanica dà nel chiostro (sec. 13°) gotico; rimangono alcuni rilievi (1160 ca.). Sono da ricordare anche la Liebfrauenkirche (1242-53) a pianta centrale, importante monumento del gotico; St. Matthias (1131-43) con facciata barocca (1783) e il convento (1225-50 ca., gotico borgognone); St. Gangolf (15° sec.); St. Paulin, di B. Neumann (1734). Splendidi esempi di architettura civile medievale sono: il Frankenturm, il tipo più antico della casa di pietra (1100 ca.), il Dreikönigshaus (1220 ca.) ecc. Notevole la fontana di S. Pietro, nel mercato centrale (H.R. Hoffmann, 1595). Barocchi sono il Palazzo Arcivescovile e il Palazzo Kesselstatt (J.V. Thormann, 1742), di cui si conserva la facciata.

Principali istituzioni culturali sono il Museo Diocesano, il Museo Municipale e la Biblioteca Comunale.

 

Ottavo giorno

Visita Metz     

60   Km Nancy visita città  

180 Km  Mulhouse 

 

 

METZ

In tempi antichi Metz, allora conosciuta con il nome di Divodurum (la città dal "monte sacro"), era la capitale dei Mediomatrici, tribù celtica il cui nome, contratto in Mettis, è alle origini dell'attuale nome della città. Agli inizi dell'era cristiana, il sito era già occupato dai Romani. Metz divenne una delle città principali della Gallia, più popolata di Lutetia, ricca per merito delle sue esportazioni di vino e con uno dei più vasti anfiteatri della regione. All'incrocio di numerose strade militari, ed essendo anche una città molto ben fortificata, divenne presto di notevole importanza. Una tra le ultime roccaforti romane ad arrendersi alle tribù germaniche, fu conquistata da Attila nel 451, e infine passò, verso la fine del V secolo e attraverso pacifiche negoziazioni, nelle mani dei Franchi. Teodorico d'Austrasia la scelse come residenza nel 511; il successivo regno della regina Brunilde donò grande splendore alla città.

Sebbene le prime chiese cristiane siano state trovate all'esterno della città, l'esistenza all'interno delle mura dell'oratorio di Santo Stefano è provata fin dal V secolo. All'inizio del VII secolo, i più vecchi edifici monastici erano quelli di Santa Glossinde e San Pietro. Sotto i Carolingi, la città conservò la benevolenza dei dominatori, i cui troni di famiglia non erano lontani; Carlo il Calvo venne incoronato nella Basilica, e qui Ludovico il Pio e suo figlio Drogone sono sepolti.

Nell'843 Metz divenne la capitale del Ducato di Lorena, e vi si tennero svariati concili e adunanze politiche. Numerosi manoscritti cristiani, prodotto delle scuole di scrittura e pittura di Metz (ad esempio il famoso manoscritto "Trier Ada" e il Messale di Drogone, ad uso personale di un vescovo della casa reale) sono prove di vita intellettualmente attive e di un mecenatismo sontuoso nella Metz carolingia.

Nell'870 la città divenne parte del Regno Franco d'Oriente e appartenne, tra il 911 e il 925, alla Francia, come parte della Lorena. La crescente difficoltà dei vescovi nella città aumentò ancora quando Adalberto I (928-62) ottenne parte dei privilegi spettanti ai conti; fino al XII secolo, quindi, la storia della città è in pratica identica alla storia dei suoi Vescovi. Nel 1039 fu costruito uno splendido edificio che prese il posto della vecchia chiesa di Santo Stefano.

L'indipendenza comunale

Nel XII secolo cominciarono gli sforzi dei cittadini per liberarsi dalla dominazione dei vescovi. Nel 1180 per la prima volta i cittadini si riunirono in una stretta corporazione, e nel 1207 i Tredecem iurati vennero nominati rappresentanti della municipalità, anche se erano ancora investiti direttamente dal vescovo. Il prelato aveva anche un'influenza di potenziale controllo nella selezione dell'ufficiale che presiedeva il comitato dei consiglieri, apparso per la prima volta nel secolo XI. I 25 rappresentanti inviati dai vari municipi mantenevano una posizione indipendente: nelle materie giuridiche essi aiutavano i Tredecem iurati e formavano l'elemento democratico del sistema di governo. Le altre autorità municipali venivano scelte dall'aristocrazia della città, ad esempio dalle cinque associazioni i cui membri erano scelti da famiglie ricche per proteggere gli interessi dei loro congiunti. L'altro corpo di rappresentanti, definiti una comune, apparve già dal 1297 ed era composto dal doppio dei membri che avevano i precedenti cinque "parlamenti". Facendo causa comune, le unioni delle famiglie più vecchie della città e la comune trovarono vantaggioso accrescere gradualmente i poteri della città in opposizione a quelli dei vescovi, e anche mantenere il controllo del governo della municipalità completamente nelle loro mani e al di fuori di quelle dei crescenti consorzi: in questo modo fino al XVI secolo Metz rimase una organizzazione puramente aristocratica. Nel 1300 questi gruppi si guadagnarono il diritto di essere eletti a capo consigliere comunale, durante il XIV secolo ottennero il diritto di eleggere i Tredecem iurati, mentre dal 1383 poterono coniare monete. La città dovette spesso lottare per difendere la propria libertà; nel periodo 1324-27 contro i Duchi del Lussemburgo e Lorena, come anche contro l'arcivescovo di Treviri; nel 1363 e 1365 contro la banda di mercenari inglesi comandati da Arnoldo di Cervola, nel XV secolo contro la Francia e i duchi di Borgogna, che cercarono di annettere Metz ai loro territori o quantomeno di esercitarvi un protettorato. I consorzi, che durante il XIV secolo avevano raggiunto una grande indipendenza, vennero completamente soppressi (1383): nel (1405) l'ultimo tentativo degli artigiani di impossessarsi, con la rivolta, del governo della città fu soffocato nel sangue.

L'annessione alla Francia

Nonostante mantenesse la propria indipendenza, anche se ad alto costo, e rimanesse, almeno esteriormente, parte dell'Impero tedesco, i cui governanti si preoccupavano comunque abbastanza poco di questa importante roccaforte di frontiera. Carlo IV nel 1354 e nel 1356 tenne svariate diete nella città, durante l'ultima delle quali venne promulgato il famoso statuto conosciuto come Bulla Aurea. La città sentiva comunque di occupare una posizione quasi di indipendenza tra la Francia e la Germania, e voleva più che altro cercare di evadere dagli obblighi di tasse a favore dell'Impero e la possibilità di partecipare alle diete. L'allontanamento tra Metz e gli stati germanici divenne sempre più evidente, e si giunse a una situazione per cui, durante le rivolte religiose e politiche del 1552 Metz si venne a trovare nel mezzo della guerra tra Carlo V e i principi insorti della Lega di Smalcalda. Con un accordo dei principi tedeschi, Maurizio di Sassonia, Filippo I d'Assia, Giovanni Alberto I di Meclemburgo-Schwerin e Giorgio Federico di Brandeburgo, con Enrico II di Francia, ratificato dal re francese a Chambord (15 gennaio), Metz venne ufficialmente trasferita alla Francia, le porte della città vennero aperte 3 mesi dopo, ed Enrico prese possesso della città come vicarius sacri imperii et urbis protector. Francesco I di Guisa, comandante della guarnigione, restaurò le vecchie fortificazioni e ne aggiunse di nuove, riuscendo con successo a resistere agli attacchi dell'imperatore da ottobre a dicembre 1552; Metz rimase così francese. Il riconoscimento dell'Impero della resa di Metz alla Francia arrivò alla conclusione della pace di Vestfalia. Con la costruzione della cittadella (1555-62) il nuovo governo si difese dai cittadini, scontentati dallo svolgersi degli eventi. Presto avvennero importanti modifiche interne. Al posto del precedente governo, c'era l'autorità del re di Francia, il cui rappresentante era il governatore. Il capo consigliere comunale, adesso scelto dal governatore, venne rimpiazzato (1640) da un Maggiore reale. Gli stessi consiglieri erano scelti dal governo nel totale dei residenti; nel 1633 la giurisdizione passò al Parlamento. I poteri dei Tredecem jurati furono ridotti, fino alla totale abolizione nel 1634, e rimpiazzati dal castaldo reale. Tra le città della Lorena, Metz ebbe una posizione preminente durante il possesso francese per due ragioni. In primo luogo, divenne una tra le più importanti fortezze grazie al lavoro di Vauban (1674) e Cormontaigne (1730), secondariamente divenne la capitale del potere temporale delle tre diocesi di Metz, Toul e Verdun, che la Francia aveva confiscato (1552) e, dopo la pace di Vestfalia, mantenuto. Nel 1633 fu creata per questa "provincia dei tre vescovi" (anche detta "Généralité des trois évêchés" o "intendenza di Metz") una suprema corte di giustizia e d'amministrazione, il Parlamento di Metz. Nel 1681 la Camera Reale, il cui dovere era di decidere quale feudo appartenesse alle tre diocesi che Luigi XIV reclamava per la Francia, venne aggiunta a questo Parlamento, che durò, attraversando anche un temporaneo scioglimento (1771-75), fino all'accomodamento finale dell'Assemblea Nazionale nel 1789, a cui seguì la divisione del territorio in dipartimenti e distretti. Metz divenne, in quell'occasione, capitale del dipartimento della Mosella, creato nel 1790. La rivoluzione portò grande scompiglio nella città per la cui posizione di confine, accomodando agevoli aiuti esteri, offrì rifugio a molti emigrati controrivoluzionari. Nelle campagne del 1814 e 1815 gli eserciti alleati assediarono due volte la città, senza riuscire a prenderla.

La Conquista tedesca

Durante la guerra franco-prussiana del 1870-71 Metz fu la sede dei corpi della terza armata francese al comando di Bazaine. Egli stesso, dopo le battaglie di Colombey, Mars-la-Tour e Gravelotte fu assediato nella città (Assedio di Metz). L'esercito tedesco era comandato dal principe Federico Carlo di Prussia: dal momento che le sortite della guarnigione furono incapaci di rompere le linee tedesche, Metz fu costretta alla capitolazione il 27 ottobre. Circa 6000 ufficiali francesi e 170000 uomini furono fatti prigionieri. Con il Trattato di Francoforte nel 1871, Metz divenne città tedesca, e furono costruiti una guarnigione più importante e una fortezza più sicura. Nonostante la partenza di molti abitanti che si trasferirono in Francia per evitare di vivere sotto il dominio tedesco, Metz si espanse e si trasformò durante il periodo del giogo tedesco. Le fortificazioni a sud e a est vennero abbattute nel 1898, assicurando spazio per la crescita e lo sviluppo. Ci sono comunque ancora in città grandi edifici neo-romanici tipici dell'impero tedesco.

Le due Guerre

In seguito all'armistizio con la Germania che concluse la prima guerra mondiale, l'esercito francese entrò a Metz nel novembre 1918 con grande felicità della popolazione, che era sempre rimasta legata alla Francia, e la città fu resa alla Francia con il Trattato di Versailles nel 1919.

Metz venne nuovamente annessa alla Germania tra il 1940 e il 1944 durante la seconda guerra mondiale, per esser poi liberata nel novembre 1944 dagli eserciti francese e americano.

Al giorno d'oggi, l'importanza militare della città è molto diminuita, ed è stata diversificata la base economica. L'espansione è comunque proseguita nei decenni recenti nonostante la crisi economica che ha colpito il resto della Lorena.

 

 

 

NANCY

Nancy, l'antica capitale della Lorena, in Francia, ha una popolazione di circa 100.000 abitanti, sviluppatasi in un contesto storico di grande importanza, a cui si accompagna un'ottima gastronomia e un'architettura unica nel suo genere. La città ha da sempre vantato una posizione strategica nel territorio che fu dell'Alsazia e della Lorena, tra il fiume Meurthe e il massiccio della Mosella; diventerà francese solo nel XVIII secolo, al termine della guerra franco-prussiana, grazie alla politica estera del cardinale Fleury. Costruita intorno ad una fortezza-castello, Nancy si sviluppò anche grazie ad un canale di collegamento del Meurthe con il fiume Reno.

 

Fu Carlo il Temerario ad occupare gran parte della storia iniziale della città nel XV secolo, morendo a Nancy in circostanze del tutto infelici. Secoli dopo, il duca Slanislao, deposto re di Polonia, diventerà uno dei personaggi più amati: nella prima metà del Settecento introdurrà Nancy all'Illuminismo e ad un nuovo splendore architettonico. Sua figlia Maria andò in moglie all'allora re di Francia, Luigi XV. La stessa Parigi, nei secoli successivi si vide competere con la produzione e il design Art Nouveau di Nancy.

La piazza dedicata al duca Slanislao, Place Stanislas è sicuramente uno dei luoghi prediletti dai turisti, nonché dichiarata dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Creata come punto d'unione del centro storico (Ville Vielle) con i quartieri più nuovi della città (Ville Neive),  la piazza è luogo di vanto e orgoglio della cittadinanza per la sua straordinaria bellezza: circondata da monumenti lavorati in ferro battuto, fu creata nella seconda metà del Settecento da Jean Lamour e da Emmanuel Héré; vi troviamo l'antico municipio, Hôtel de Ville, il Museo delle Belle Arti, la Fontana di Nettuno e l'Arco di Trionfo. Il tutto decorato in un unica eleganza ornamentale, tra trofei, inferriate dorate e decorazioni floreali.

Uno dei palazzi storici situati nella piazza ospita il Museo delle Belle Arti di Nancy, dove si ammirano diverse collezioni artistiche, tra cui i celebri quadri del 'Lorenese' Claude Lorrain, il celebre pittore del Paesaggio pastorale o altre delle maggiori opere del Tintoretto, del Caravaggio  e Rubens.  Non scordate di fare visita al bel Parco del Pépinière con tanto di giardino all'inglese, in una delle tante imboccature alla piazza. In questa parte del centro storico si visita anche un importante monumento religioso, la Basilica di St Epvre, e la Tour de la Commanderie, del XII secolo. Altre le piazze di Nancy che meritano la vostra visita, tra cui Place de la Carrière e Place d'Alliance .

Tra un aperitivo e un caffè nella bella Rue des Maréchaux, ci si prepara ad ammirare lo stile Art Nouveau di Nancy, insieme a quello di Parigi, il maggiore di tutta la Francia. Lo si incontra soprattutto nella parte occidentale della città, nei quartiere di Saint Leon e di Saurupt. Vi troviamo edifici progettati da Emile André, Lucien Weissenburger, Henri Sauvage o Emile Gallé, il precursore della celebre scuola di pensiero artistico, École de Nancy.

L'itinerario  prosegue attraverso le opere di Henri Camal, nella casa situata al numero 5, Rue Saint Julien o quelle di Louis Lanternier al numero 7 della stessa via, fino a raggiungere il palazzo Bergeret, sulla rue Lionnois e la Maison Majorelle, la splendida villa edificata da Henri Sauvage. In particolare, alcuni degli edifici pubblici della città si prestano ad essere ammirati in grande stile: gli interni del Crédit Lyonnais, sulla rue Saint George, la camera di commercio (sulla rue Henri Poincaré) o, ancora, la Sociéte Générale situata nella rue Saint Dizier, in quello che un tempo era il palazzo di Henri Aimeé.

Nancy è veramente una città dalla straordinaria bellezza architettonica, un'unica passione per gli amanti delle grandi città culturali della Francia.

 

 

Nono giorno

 

visita Mulhouse  

25Km Thann colleggiata

 

Mulhouse

(pronuncia /mylu:z/, in tedesco Mülhausen, 111 273 abitanti[1]) è una città della Francia situata nel dipartimento dell'Alto Reno nella regione dell'Alsazia, sul fiume Ill e sul Canale dal Rodano al Reno.

Nella piana compresa tra il fiume Ill, che l'attraversa, ed i vicini Vosgi si svolse una famosa battaglia nel 58 a.C. tra il condottiero romano, Gaio Giulio Cesare ed il germano Ariovisto, durante la conquista della Gallia. Il nome di Mulhouse compare per la prima volta nell'803 nella forma Mulinhuson ("case dei mulini"). La città si sviluppò a partire da due nuclei, uno appartenente ai vescovi di Strasburgo, l'altro agli Hohenstaufen. Nel 1223 i cittadini distrussero il castello del vescovo. Sotto l'imperatore Rodolfo I d'Asburgo Mulhouse divenne libera città imperiale (freie Reichsstadt), anche nota come 'Repubblica di Mulhouse'. Nel 1515 la città, minacciata dagli Asburgo, si associò alla Confederazione Svizzera. In seguito all'introduzione della Riforma nel 1523 Mulhouse si scontrò coi cantoni cattolici. Nel 1586 si proclamò repubblica neutrale. Nel 1798 con un plebiscito votò a favore dell'unione con la Francia. Dopo la Guerra Franco-Prussiana (1871) fu incorporata dal neonato Reich Tedesco insieme a tutta l'Alsazia. Tornò alla Francia con l'Alsazia dopo la sconfitta della Germania nella Prima guerra mondiale.

  • Il Municipio (Hôtel de ville). Edificio in stile rinascimentale ricostruito nel 1551 dopo un incendio.

  • Il Tempio di Santo Stefano (Temple Saint-Étienne). Tempio riformato neogotico.

  • La "Città dell'automobile – Museo nazionale" (Cité de l'Automobile).

  • La "Città del Treno"(La cité du Train).

  • Il Museo Electropolis - L'avventura dell'elettricità

  • La Casa della ceramica

A Thann, la Collegiata di San Teobaldo è uno degli edifici religiosi più rappresentativi del gotico renano in Alsazia. Gli abitanti di Thann amano scherzare parlando del campanile: "Strasburgo ha il più alto, Friburgo il più grande, Thann il più bello!". Prima di avvicinarsi per ammirare le sculture del portale ovest, vale la pena di salire in Rue du Kattenbachy. Da lassù, si gode di una vista considerevole sull'edificio e sulla città.

Decimo giorno

40 Km Visita Basilea e rientro a Brescia

Basilea

(in tedesco: Basel, in francese: Bâle), con oltre 170.000 abitanti, è la terza città della Svizzera dopo Zurigo e Ginevra. È la capitale del Canton Basilea Città benché diversi dei suoi sobborghi facciano parte del cantone di Basilea Campagna o del cantone di Argovia.

Situata nella Svizzera nord-occidentale, lungo un'ansa del Reno al confine con Francia e Germania, Basilea è un importante centro industriale del settore chimico e farmaceutico. Costituisce l'ultimo porto fluviale accessibile alle navi di grandi dimensioni.

La regione di Basilea, che si estende nel Baden-Württemberg tedesco (Weil am Rhein, Lörrach) e nell'Alsazia francese (Saint-Louis, Huningue), nota in tedesco come Dreiländereck (angolo dei tre Paesi) e in francese come District des trois frontières (distretto delle tre frontiere), testimonia l'eredità dei tre Stati anche con il moderno nome latino di Regio TriRhena.

Vi ha sede la più antica università della Confederazione Elvetica (1460). La città è inoltre rinomata per il suo carnevale, per la manifestazione di arte contemporanea "Art Basel" e per "BaselWorld", la più importante fiera di orologi e preziosi a livello mondiale.